Non ve lo meritate Achille Lauro

Il club, la droga, gli anni '70 e le icone del rock viste non in quanto tali ma come idea

A meno che non vi siate chiusi dentro una grotta della Carnia, approfittando della no-fly zone che il questore di Sanremo aveva esteso su mezza Europa, che Sanremo è iniziato non solo lo sapete già, con buona probabilità vi ha già rotto i coglioni. Evitiamo quindi i preamboli sul cast, sul tipo di scelte artistiche o sulla conduzione, i pagelloni ce li ha già fatti lo Zio Matto, e non vogliamo parlare più di tanto (e ancora) del festival in sè quanto di uno dei concorrenti: Achille Lauro.

Lui e Boss Doms, quando sono stati annunciati, sono stati la sorpresa più grande del cast. Comprensibile (e giusta, finalmente) la scelta di Claudio Baglioni di includere il paese reale, cioè il mondo dei live, cioè quello che fa i tour nei super club e macina i chilometri. Sanremo in fondo viene ancora chiamato il festival della canzone italiana, non il festival di quelli che se non fanno il pezzo lì non sanno dove altro farlo. È importante, e sano, che Zen Circus, Motta, Ex Otago, Ghemon abbiano un posto in gara. Dato che siamo nel 2019 ha senso anche cercare l'operazione Liberato, con un Livio Cori e Nino D'Angelo che cercano di vestirsi a tutti i costi di quello che ha già fatto qualcun altro un paio d'anni fa. Che fai quindi, la quota autotune non ce la metti? Ma Achille non è solo una quota Trap, è un'altra cosa e non tutti l'hanno capito. 

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Guardalo anche solo in faccia, lo capisci subito che lui e Il Volo vengono da due pianeti diversi. E non sono solo i tatuaggi, anche perchè l'aria da bravi ragazzi dei tre tenorini non cancella l'associazione di idee con quella storia della camera d'albergo. Non è la trap, non è il pop, non è il rock 'n 'roll. Achille Lauro mischia il club, la droga, gli anni '70 dentro una bottiglietta d'acqua, le icone del rock viste non in quanto tali ma come idea, una parte del suo viaggione cosmico e allucinato. Va aggiunto che il modo che hanno i due di farlo non è ghetto chic, né ghetto e basta, ma raffinato, elegante, nuovo. C'è un mondo dietro, e che il pezzo non sia uno dei migliori che abbia pubblicato non è importante. Achille Lauro è uno dei pochi che dentro il carrozzone riesce a ricordare che c'è un mondo lì fuori molto più interessante e vivo, che se la signora da casa non lo capisce non importa, è giusto che sia così. Che per essere nuovi, originali, controcorrente basta esserlo e basta, non serve rinfacciarlo a qualcuno. Achille Lauro su quel palco è una piccola rivoluzione gentile. 

Uno degli artisti più interessanti che abbiano vagato nella musica italiana degli ultimi anni, e può osare molto di più. Il fatto che abbia scelto di non farlo e allo stesso tempo continuando ad allontanarsi dalla sua comfort zone lo conferma. Non importa che vinca il Festival o meno, o meglio è giusto che non succeda. Non deve appartenere a quella dimensione, nè deve appartenere alla nostra, ma continuare a fluttuare sopra sotto e dentro tutti i contenitori che vuole, alzando sempre di più l'asticella di un genere, come la trap, che ha già virato da un pezzo verso l'omologazione a se stessa.

 

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L'articolo Non ve lo meritate Achille Lauro di Vittorio Farachi è apparso su Rockit.it il 2019-02-07 14:02:00

Tag: Sanremo

COMMENTI (13)

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  • tao 5 anni fa Rispondi

    Io non avevo mandato un commento vuoto, avevo scritto peste e corna di A.L. e di voi! Ma stranamente il commento si è cancellato

  • tao 5 anni fa Rispondi

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  • fbisbo76 5 anni fa Rispondi

    Non so veramente dove stiamo andando, non so più se oggi giorno conti davvero qualcosa la parola artista o musicista, o avere talento. Tutte cose che non vedo in questo Achille Lauro. Mi dispiace solo vedere un Baglioni che accetta una canzone come questa a Sanremo. Da musicista ora capisco tante cose: uno ad un certo punto fa il punto e dice ma chi me lo ha fatto fare di studiare così tanto la musica e uno strumento musicale? Conta il talento? Questo è il vero messaggio che manda Achille Lauro ai giovani d'oggi. Il resto è marketing.

  • SaulHSTNS 5 anni fa Rispondi

    Achille Lauro è Bowie vestito da Trapper, non so è esistita una cosa più rock negli ultimi 19 anni

  • harno 5 anni fa Rispondi

    L’entificazione del niente.

  • maurizio_pirovano 5 anni fa Rispondi

    Non sono d'accordo, le canzoni e gli artisti, quelli veri, sono fatti di un'altra sostanza. E non dico altro per essere gentile.

  • vittoriofarachi 5 anni fa Rispondi

    Personalmente, al virtuosismo e alla tecnica portate avanti in una strada già battuta, preferisco un artista acerbo che cerca una strada nuova. Dell’ennesima ballad non ce ne facciamo niente, quella roba l’abbiamo già ed è stata sperimentata in tutti i modi in cui poteva essere sperimentata. Le strade nuove saranno anche sconnesse e piene di buche, ma sono sempre più interessanti.

  • eon_marzio 5 anni fa Rispondi

    Dev'essere uno di quei casi in cui se qualcosa fa terribilmente ed evidentementee schifo, fa venire il dubbio che possa essere geniale.
    O più probabilmente, è come quando in assenza di un'opinione valida si spera che buttare lì una provocazione difendendo l'inqualificabile, possa dare credibilità.
    Torno a cercare qualcosa di buono e nuovo su Audiotree, Bandcamp o Beehype e vi lascio alla sciagurata e trita apologia dell'abbruttimento generale.

  • dariobura96 5 anni fa Rispondi

    Era meglio se non disattivavo l'adblocker per leggere sta cacata

  • g.vento.mkt 5 anni fa Rispondi

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