Che piacciano o meno questi sono gli Afterhours

Un doppio disco, un DVD e una serie di incontri speciali per il trentennale degli Afterhours.

Tutte le foto sono di Virginia Bettoja
Tutte le foto sono di Virginia Bettoja

Avviso ai naviganti: qui non si parlerà di X-Factor, degli haters di Manuel Agnelli, di gossip o di chissà cos'altro. Lo so, l’occasione sarebbe ghiotta, visto e considerato che la proiezione per la stampa di “Noi siamo Afterhours” potrebbe rappresentare un ottimo pretesto.

Invece, molto più semplicemente, questo è un racconto di 2 piacevoli ore trascorse al Museo Interattivo del Cinema di Milano, in una gelida e uggiosa mattinata di gennaio. Ci si arriva comodamente alla location scelta per l’evento, davvero bella e accogliente, che mette a disposizione una sala di circa 100 posti. Dopo il classico quarto d’ora accademico, Niccolò Vecchia di RadioPopolare introduce la band senza perdersi giustamente in lunghe presentazioni, dopodiché iniziano i titoli di testa del docufilm, il lungometraggio che racconta non solo il concerto del Forum d’Assago del 10 aprile 2018 ma anche i 30 anni di storia della band.

Finiti i titoli di testa, sullo schermo irrompe subito Manuel in un primo piano, mentre la (sua) voce narrante mette subito in chiaro le cose: un concerto/evento del genere può travolgerti ancor prima che inizi. Sicché esordire con “Dentro Marylin” è sembrata la scelta più giusta, la canzone che non sarebbe mai mancata in scaletta e quindi meglio giocarsi il jolly subito per sciogliere la tensione. Insomma, qualcosa di rassicurante per tutti, band e pubblico, per trovare subito il giusto feeling. 

È il primo capitolo della storia (il film è suddiviso in capitoli, più o meno coincidenti con i titoli dei loro album), che di fatto coincide con “Germi”. Per cui ovvio trovarsi subito dopo in scaletta “Strategie”, sulla quale si opta una scelta quantomeno discutibile in fase di montaggio, ovvero tagliare di netto la ripresa live del Forum per appiccicarci uno spezzone di video dell’epoca. L’idea in sé ha anche senso, ma poteva e doveva essere applicata con un effetto diverso, anche solo per attutire la differenza sostanziale nella qualità delle registrazioni. La fotografia, in compenso, è molto bella, perché - e lo scriviamo senza retorica - fa immergere lo spettatore nell’atmosfera del live. In diverse occasioni i volti delle prime file così come i controcanti del pubblico trovano spazio sia nel montaggio video che in quello audio, quasi a voler sottolineare la dimensione collettiva del documentario.

Anche la narrazione scorre in maniera molto fluida: gli interventi di Manuel sono misurati e concisi, indispensabili per scandire i capitoli, mentre le immagini girate al Forum e quelle di repertorio si alternano. Certo, per chi ha partecipato all’evento, il film non racconta nulla di sostanzialmente nuovo, però è indubbio il fascino di rivivere quei momenti. In particolare il capitolo di "Hai paura del buio?", il momento in cui tutto cambia - "l'album della svolta" a detta di di fan, critica e anche da parte di Manuel. Anzi, a pensarci bene, ci saremmo aspettati un minutaggio maggiore, proprio per l'importanza che ricopre, sacrificando magari qualche traccia da “Folfiri o Folfox”. Ma anche queste sono scelte insindacabili del “conducente”.

C’è poi il capitolo degli esordi, emozionante da un lato e nostalgico dall’altro, soprattutto per i fan di vecchia data. A riascoltare oggi quei pezzi la sensazione è che già all’epoca, nonostante la gioventù e i suoni inevitabilmente derivativi, il talento nella scrittura fosse una dote fuori discussione.

A seguire il capitolo intitolato "La liturgia del concerto", le cui immagini fanno vedere il momento in cui la band decide di confondersi col pubblico salendo all’anello più alto di fronte al palco per intonare "Bianca" e "Non è sempre" in acustico, perfette per rappresentare il concetto.

"L'ultimo atto" si chiude con “Ci sono molti modi”, anche se avremmo preferito l’epilogo fosse affidato a "La verità che ricordavo", una canzone dai chiari contorni rock'n'roll. Perché questo hanno fatto gli Afterhours sui palchi per 30 anni, che piaccia o meno. 

Questi gli incontri esclusivi con il pubblico che partiranno da Milano il 25 gennaio, data di pubblicazione del progetto live della band:

MILANO 25 GENNAIO 

SKYLINE MULTIPLEX CENTRO SARCA h 15.00

TORINO 26 GENNAIO

MONDADORI CC 45 NORD h 15.00

GENOVA 28 GENNAIO

FELTRINELLI VIA CECCARDI h 18.00

PADOVA 29 GENNAIO

FELTRINELLI CAFFÈ PEDROCCHI h 18.00

RIMINI 30 GENNAIO

UCI CINEMAS ROMAGNA CC ROMAGNA SHOPPING VALLEY h 15.00

PESCARA 31 GENNAIO

FELTRINELLI VIA MILANO h 18.00

BARI 1 FEBBRAIO

FELTRINELLI VIA MELO h 18.00

SALERNO 2 FEBBRAIO 

CINEMAXIMALL CC MAXIMALL h 15.00

ROMA 3 FEBBRAIO

FELTRINELLI VIA APPIA h 17.00

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L'articolo Che piacciano o meno questi sono gli Afterhours di Faustiko Murizzi è apparso su Rockit.it il 2019-01-25 12:24:00

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