Penombra, luce di taglio a illuminare chi parla. È questa l'atmosfera scelta dai responsabili di Pro Music per un video contro la pirateria. Protagonisti: Franco Battiato, Enrico Ruggeri e Roberto Vecchioni, ma anche Gino Paoli, Caterina Caselli, Ron, Ludovico Einaudi, Mario Lavezzi e Mauro Pagani.
Tutti riflettono sulla condizione della musica e sui danni arrecati dalla pirateria e lo fanno con un'interpretazione sentita e sofferta, simile a quelle a cui ci hanno abituato le campagne - di ben altra portata - di associazioni come Emergency o Amnesty International.
Al di là delle scelte stilistiche (Caterina Caselli con in mano un'arancia?), salta all'occhio l'età dei partecipanti: tutti ben oltre i cinquant'anni e senz'altro parte di quella fascia di iperprotetti indicata da Umberto Palazzo nei suoi interventi per migliorare la ripartizione dei diritti d'autore.
Che si debbano trovare dei nuovi modi per tutelare il diritto d'autore è ormai ovvio, ma, in questo caso, a farsi notare è soprattutto un vero e proprio disastro a livello comunicativo.
Guarda il video contro la pirateria realizzato da Pro Music:
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L'articolo Battiato, Ruggeri e Vecchioni in un drammatico video contro la pirateria di Redazione è apparso su Rockit.it il 2012-04-05 00:00:00
COMMENTI (33)
ma che vadano a lavorare!!! 300euro pagati alla siae e alle band che sputano sangue nelle sale prove non arriva niente!! allora diciamola ben bene: che venga si tutelato il diritto d'autore ma pensare che ci sono 10 coglioni che si spartiscono la torta proprio non mi va giù!! ANDATE A VANGARE LA TERRA!!!!
Palazzo, si può usare Spotify anche dall'italia?
Leo... "Ruggeri, uno che prende lo stipendio da Mediaset, che schifo"...
C'è da aggiungere altro?
sottoscrivo e controfirmo quanto scritto da leo brazow meno una cosa, non mi stupisco di Battiato, per me e' sempre stato un bluff e in questo video e' uscito tutto " l'io me stesso ".........
@faustiko {R}
Qualche idea geniale l'ha avuta anche il signor Jobs, bisogna ammetterlo, ma da qui a santificarlo ce ne passa però! Saltar fuori con una frase come "eppure Steve Jobs aveva indicato la strada..." è ancor più patetico di tutte quelle ragazzine che mettevano su facebook come stato qualche stronzata tipo "Stay hungry, stay foolsih".
Per quanto riguarda il video da Gino Paoli o dalla Caselli (anche da Ruggeri, uno che prende lo stipendio da Mediaset, che schif) una cosa del genere me la sarei aspettata tranquillamente da Battiato (che ho sempre stimato) no. Lo facevo davvero meno becero.
@antolemp ma chi é che "regala" i contenuti? ti riferisci a megaupload?
@leoge9se anch'io odio i prodotti apple perché ti costringono alle loro condizioni, sia hd che sw, ma non posso dire che si tratti di merda o che jobs qualche intuizione non l'abbia avuta. e cmq @nadarsolo aveva portato quell'esempio proprio per far capire come il passaggio fondamentale dell'industria discografia sia stato imposto da uno che con quel mondo non c'aveva niente a che spartire...
"Eppure steve jobs aveva indicato la strada..."
Ma vaffanculo Battiato!
Questa deificazione di Steve Jobs è ancora più patetica di questa ridicola pubblcità regresso in sè, anche se è morto il signor Jobs rimane un grandissimo stronzo e ricordiamoci che è stato licenziato dalla stessa azienda che aveva creato, il che la dice lunga sulle sue abilità manageriali.
Aggiungo ancora una riflessione: Steve Jobs, non aveva esattamente indicato la strada: steve jobs, con un abile manovra strategica, ha preso per le palle le case discografiche, salvandole parzialmente dal disastro di fine anni '90, ma impadronendosi dei cataloghi passati, presenti e futuri delle grandi discografiche. In poche parole, anche volendo, Sony, Warner e Universal, devono passare da Itunes. Vendono pochi dischi fisici e vendono abbastanza musica digitale su itunes, generando comunque introiti non sufficienti. Ma non possono adottare forme alternative (vedi streaming alla maniera di megavideo). La apple non glielo consentirebbe. E' colpa di Apple? No, è colpa dei dirigenti discografici che da quindici anni a questa parte dimostrano un'idiozia manageriale che nemmeno la RAI più ispirata. L'idiozia di un discografico non lo autorizza a rompere i coglioni alla gente libera.
Un vecchio articolo interessante: macitynet.it/iphonia/artico…
@Antonia. NON E' la libera circolazione di musica che ammazza i gruppi piccoli. BASTA CON LE BALLE! I CANI, che tu citi, devono a youtube il proprio successo. E' la SIAE che chiude l'ossigeno alle piccole realtà, con una mano. Mentre con l'altra serve il pranzo ai signori indignati nel video quissù.