Dal ritorno dei Tre Allegri Ragazzi Morti al primo disco di un talento puro del rap come Kid Yugi, passando per la collaborazione tra Motta e Danno, Lazza, Missey, Vasco Brondi, Caffellatte, Darrn e molto altro ancora: scopri tutta la musica che devi recuperare questo weekend nel nostro bollettino del venerdì!
Disco della settimana: Kid Yugi – I nomi del diavolo
Kid Yugi odia, gioca col fuoco, analizza attraverso il suo sguardo tagliente tutte le sfumature del male per riversarle in 14 tracce che diventano un lungo flusso di foga: così I nomi del diavolo entra nei polmoni e si pianta dentro di noi, per un disco d'esordio incendiario.
Bartolini, Tripolare – Chicco
Bartolini, Tripolare e quel bambino interiore che scalpita quando la vita adulta picchia più duro del solito: Chicco sfalda il ritmo insensato del diventare grandi con immagini familiari e un piglio giocoso che permette di riprendere il respiro.
Bassolino – Città futura
Un po' colonna sonora da poliziottesco anni '70, un po' immersione nei vivaci suoni di Napoli, la Città futura di Bassolino ha un'anima improntata alla contaminazione che brilla per tutte le sue sei tracce, con un costante groove tra fusion, jazz e funk dalle pieghe imprevedibili.
Lazza – 100 messaggi
Dopo averla presentata in anteprima a Sanremo, Lazza pubblica la sua lettera spaccacuore 100 messaggi, con le note di un drammatico pianoforte a reggere le barre che il rapper milanese caccia fuori dal profondo del cuore nel ritrovarsi da solo davanti allo specchio dopo anni.
Missey – Lamine
Il ritorno di Missey porta la sua calda voce r&b in territori rarefatti, fatti di mellotron, fiati e archi che confluiscono liberamente insieme in un nido dai tratti sfocati, per ritrovare la capacità di aprire il proprio amore anche verso l'esterno.
Motta, Danno – Minotauro
Motta in veste di compositore per il cinema anticipa l'uscita della colonna sonora del film The Cage - Nella gabbia con Minotauro, brano blues dalle tinte cupe con le barre di Danno a spezzare le catene invisibili che spesso ci troviamo legate ai polsi.
Tre Allegri Ragazzi Morti – Ho'oponopono
Un rituale hawaiano che sa di formula magica: Ho'oponopono è come i Tre Allegri Ragazzi Morti vanno all'assalto del 2024, anno del loro trentennale, guidati dal riff di chitarra con lo zampino di Wilson dei Bee Bee Sea e dal loro indomabile spirito rock 'n' roll di sempre.
Vasco Brondi – Illumina tutto
Vasco Brondi canta di una speranza incrollabile, anche quando non sembra esserci motivo per conservarla, un credo che riesce ad aleggiare sopra i tempi più bui grazie alle ali disegnate dal delicato arrangiamento acustico.
Dischi
Duocane – rAmen: Il power duo pugliese dei Duocane si getta a rotta di collo in un delirante mix di noise, hardcore, stoner e psichedelia.
Fantasmi – Città invisibili: I romani Fantasmi disegnano scenari cinematografici che vanno da Sergio Leone a Jim Jarmusch, per quattro tracce dove new wave e beat anni '60 si incontrano sullo sfondo di una metropoli piovosa.
Piotta – Na notte infame: Il decimo disco del rapper romano è un lungo tributo al fratello maggiore, scomparso prematuramente, con undici brani che costruiscono un mosaico di ricordi e di sensazioni nascoste nel profondo.
Traum – Traum: I Traum aprono le porte di una disturbante dimensione onirica, dove kraut rock, psichedelia e dark ambient si accavallano in un pulsante flusso oscuro.
Verrone – Legna per l'inverno: Il cantautorato di Verrone racconta le distanze fisiche ed emotive, per un viaggio di ritorno in un posto sicuro fatto di 6 tracce dove traboccano i ricordi di affetti lontani.
Singoli
Ainé – Scappare - Giugno: Il primo capitolo di un concept album con un brano assegnato a ogni mese dell'anno, che qui comincia con la fine di un amore filtrata dai chiaroscuri di un raffinato r&b.
Caffellatte – Zoo: Luci impazzite e cassa dritta diventano lo sfondo su cui Caffellatte proietta la spettacolarizzazione del dolore, affrontando il tema con un brano dance dalla punta ironica.
Darrn – Moneycam: Tra i colpi del rullante e i tasti pestati del pianoforte, Darrn canta la sua incapacità di fare rinunce a dipendenze e abitudini di sempre, con un fugace senso di pace che si palesa solo sul finale.
Karakaz – Io: L'urlo furibondo di Karakaz verso le pressioni della società finisce per infrangersi spietato contro la nostra fronte, nel tentativo di aprirci il cranio per gridare con lui la sua rabbia.
Kaze – Panorama: Kaze canta il contrasto tra l’amore per il luogo in cui sta mettendo radici e il bisogno di esplorare quello che il mondo ha da offrire, cercando di combattere un cronico senso di inadeguatezza.
Kyoto – Mishima: Kyoto si fa ispirare dalla figura del controverso intellettuale giapponese per un brano che avvolge con atmosfera cupa i versi declamati che tagliano l'aria.
Luca Fol – Diktat: Luca Fol ci invita a lasciar entrare l'imprevisto nel quotidiano, per quanto stravolgente possa essere, con un brano che corre a perdifiato come un fiume in piena.
Machweo, Fenoaltea – Luminose voci confuso canto: I producer Machweo e Fenoaltea creano un gentile vortice sonoro fatto di frammenti di voci e di melodie cullate.
Maestro Pellegrini – Chi sono io: La title-track del prossimo album del Maestro Pellegrini si immerge nella solitudine e nell'introspezione, per una ballad sintetica dove una domanda costante segue un bagliore che scaccia i pensieri intrusivi.
Marlene Kuntz – Fine della danza: Per celebrare l'imminente trentennale di Catartica, i Marlene Kuntz ripescano un inedito dal rarissimo bootleg Demosonici, una chicca preziosissima per tutti i fan più accaniti.
Mefisto Brass – Amnezia Haze: La techno reimmaginata con fiati e percussioni dei Mefisto Brass evoca il post sbronza dopo una serata memorabile, con i bassi che ancora rimbombano forte nella testa.
Möly – Quello che resta: La delicata voce di Möly subisce le interferenze jungle della strumentale, in un interessante connubio tra elettronica e indie pop.
Niglio – Tormenti: I fratelli Niglio debuttano con un singolo dove dubbi e incertezze ruotano costantemente attorno a un ipnotico beat elettronico, tra l'influenza di Burial e una prospettiva nichilista sul mondo.
Perenne – Pistole scariche: Il singolo d'esordio di Perenne corre veloce a zigzag tra i ricordi per non schiantarsi dal passato, il tutto su un frenetico arrangiamento tra city pop e indie.
Simone Porreca – Le promesse fatte alle stelle: Simone Porreca fa brillare un innamoramento genuino dentro i synth e dichiarazioni di amore puro dentro al suo leggero indie pop.
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L'articolo Il Bollettino di venerdì 1 marzo di Vittorio Comand è apparso su Rockit.it il 2024-03-01 10:30:00
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