Massimo Pericolo torna a collaborare con Palazzi D'Oriente, prestando le sue barre a uno dei brani dell'ultimo disco del producer, mentre Tanca si fa accompagnare dal compagno di Klen Sheet Ngawa in Scenario. E ancora, i Bowland coverizzano Maybe Tomorrow degli Stereophonics, i SalaMantra guardano sia al passato che al futuro nel loro Viaggio nei ritorni, Denis The Night & The Panic Party ci portano in un mondo post apocalittico e i bolognesi Super Fat Ginger Cat sorprendono tutti con il loro mix di stoner, dream pop e psichedelia: il loro Maw è il nostro disco della settimana. Tutto questo e molto altro ancora nel nostro bollettino del venerdì!
Dariush – Non perderò lo spirito
Brano dalla forte anima soul, Non perderò lo spirito è un invito a danzare, sperare e vivere nonostante tutto, oscillando tra leggerezza e riflessione e filtrando elementi funk e r’n’b attraverso una nube psichedelica.
Denis The Night & The Panic Party – Protosongs
Fantasmi acid house, fino quasi alla techno, vengono squarciati da scariche noise e da esplosioni industrial, creando una realtà distopica filtrata attraverso i meandri del web, come conseguenza di un mondo collassato su se stesso.
Milena Medu – M
Lamenti funebri per le amicizie perdute, fughe dalla realtà per ritrovare un proprio equilibrio, conflitto tra la condivisione di informazioni e la salvaguardia della reputazione: Milena Medu indaga il mondo delle interazioni sociali con la sua musica eterea e tormentata.
Palazzi D’Oriente, Massimo Pericolo – Morgengabe
Singolo già contenuto nel disco di Palazzi D'Oriente Sheltering Waters, Morgengabe diventa una strumentale perfetta per l'amico Massimo Pericolo per raccontare la vita nella provincia di Varese, in "questa minchia di paese senza niente".
SalaMantra – Viaggio nei ritorni
Guardarsi indietro, riscoprirsi, tornare sui propri passi per capire qual è il percorso da seguire: i SalaMantra fanno il loro suggestivo Viaggio nei ritorni tra canzoni vecchie che trovano nuova vita e canzoni nuove che guardano al domani.
Tanca, Ngawa – Scenario
Il ritorno nel proprio paese d'origine, ricadendo nelle vecchie cattive abitudini e nel vuoto del rapporto col proprio padre. Una scossa alle fondamenta del mondo che Tanca si è costruito con la sua Klen Sheet, che svela tutti i dubbi e le questioni irrisolte che ognuno di noi si porta dentro.
Ufo blu – Buffy
Ritmiche funk, chitarre sfasate tra jazz e psych, suadenti atmosfere r'n'b fino a qualche deviazione da new wave del terzo millennio: gli Ufo Blu omaggiano la più nota ammazzavampiri degli anni '90 con un inno alla giovinezza e al sesso adolescenziale.
Disco della settimana: Super Fat Ginger Cat – Maw
Dovete immaginare un impianto ritmico à la Kyuss o Sleep, un cantato in stile Babes in Toyland che spesso vira al dream pop stralunato, mentre la chitarra suona accordi lisergici: dagli scantinati muffosi bolognesi, i Super Fat Ginger Cat ci fanno entrare in un trip da polvere del Nevada e riverberi mitteleuropei.
Dischi
Ciao sono Vale – Alt: Alt come fermarsi, ma anche come alternative: il secondo capitolo della discografia di Ciao sono Vale si muove tra elettronica ondeggiante, sfumature urban e struggente pop.
Croce Atroce – Anna Piaggio: Come completamente del precedente Alda Merinos, Anna Piaggio è il lato di Croce Atroce più ritmato e suadente, lontano dalla nostalgia e proiettato verso un futuro esotico e trascinante.
Ditonellapiaga – Morsi RMX: Morsi di Ditonellapiaga cambia il suo già inafferabile volto grazie alla techno-house di Bawrut, alle sonorità electro di Whitemary, alle ritmiche trip hop con echi bristoliani di Fabio Fabio e alle due variazioni house di Populous e Lorenzo BITW.
Larocca – Fatto d’argilla: Sogni, viaggi interstellari, vite appena sfiorate, ma anche l’abbandono del Sud Italia e l’immigrazione si uniscono in un unicum che racconta il proprio tempo e ne assume plasticamente le forme.
Le ore – Che fine abbiamo fatto: Cinque tracce unite da un fantasma come filo conduttore, simbolo delle ansie e dei turbamenti amplificati dagli ultimi tempi, la metafora di una generazione invisibile e sempre poco ascoltata.
Thomas D. Crowley – Novilunio: L’esordiente Thomas D. Crowley delinea subito il suo immaginario onirico, caratterizzato da atmosfere metafisiche ed evanescenti, in una dimensione oscura e misteriosa in cui è facile perdersi.
Valos – Brillerà: Il giovane rapper reclama il diritto di poter essere libero di scegliere il proprio destino e lo fa tracciando un suo percorso emotivo, in cui individua gli elementi cardine della propria identità: la famiglia, le amicizie, la determinazione a farcela.
Singoli
Bolo Mai – Ago e filo: Pop, chitarre e synth ammiccano e si corteggiano, così come fanno i due protagonisti della canzone: “complementari, belli e letali, tipo ago e filo”.
Bowland – Maybe Tomorrow: Cover dell’omonimo brano degli Stereophonics, aperta da vaporosi synth che creano un’atmosfera cupa e avvilita, per poi culminare in un'aura di ottimismo e liberazione.
Casadilego – Millepiani: Il bedroom pop di Casadilego incontra una dimensione da club in un brano dallo stesso sapore malinconico di un tramonto di una giornata estiva.
Edodacapo – In città: Una dolce ninna nanna di rinascita urbana, per perdersi tra i marciapiedi e ritrovare il proprio equilibrio interiore.
Galea – Ragazzo fuori moda: Una canzone d’amore, ma anche un piccolo inno all’affetto puro, in una relazione vissuta con la serietà di un tempo che sembra “fuori moda”.
Guesan, Bresh – Vino: Il mare di fronte, i palazzi che fanno da sfondo, e un piede sempre saldo sulla realtà: Vino è la consapevolezza dei rischi che si corrono in una storia d’amore che nasce in un’estate troppo breve.
Guido Brualdi – Stagione: Stagione e Sassi e maree compongono l’ultimo, doppio singolo di Guido Brualdi, dove il cantautorato psichedelico di Guido Brualdi si fa più ruvido e scuro per sottolineare le contraddizioni della più amata delle stagioni.
La Niña, Franco Ricciardi – Tu: Una danza passionale e struggente pronta a risuonare fra le strade di una Napoli bruciata dal caldo estivo, fra sound latino e anima mediterranea, accenni di flamenco e beat reggaeton.
Michael Venturini – A modo mio: La storia di una coppia che non funziona, in cui convivono le influenze anni ’60 di Kinks e Beatles e un leggero velo di ironia.
Neverbh – graffi: Confessione amorosa raccolta e intima, figlia di una nostalgia adolescenziale che, come una ostinata fiammella, non vuole saperne di spegnersi del tutto.
Nico LaOnda – Listo lista: "Aspettando l'inverno che arriva evapora anche la saliva": ritorna il pop allucinato di Nico LaOnda, questa volta con il racconto di un amore infiammato dai raggi del sole d'estate.
Pablo America – Arianna: Dopo la violenza di Police & Kidz, uscito lo scorso venerdì, ora Pablo America mostra il suo lato più intimo e romantico con una ballata sussurrata quasi vendittiana.
Rayan, Intifaya – Eiwa: Una storia di rivalsa che parla a tutta una generazione, un invito a non darsi per vinti, a spingere anche quando le condizioni sembrano avverse, perché il cambiamento può essere dietro l’angolo.
Reietto – Fuori: reietto racconta un suo problema personale, ossia la disfagia, per spronarsi ad adattarsi al cambiamento, quello spirito di sopravvivenza che ci permette di imparare a ricominciare anche quando tutto va storto.
Sheffer – Caldo e freddo: Uno sfogo liberatorio su una saltellante chitarra funk, che invita ad abbandonare il grigio delle metropoli per immergersi in mezzo al verde, senza nessuno intorno.
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L'articolo Il Bollettino di venerdì 16 luglio di Vittorio Comand è apparso su Rockit.it il 2021-07-16 10:30:00
COMMENTI (1)
Cari amici io ascolto quasi tutto dal Bollettino e mi viene una riflessione dopo un primo ascolto di quello in questione. Ovvero di non farvi prendere dai soliti pregiudizi perché considerato il livello piuttosto medio basso, non capisco il non segnalare la nuova canzone di Anna, "dripping in Milano". Mi spiego meglio: non mi piace granché ma è fatta bene, lei non sarà mai Madame (figurarsi, ne nasce una ogni 200 anni) ma ha una voce pastosa e per nulla da buttare, la produzione poi annichilisce letteralmente le quote trap e simili che ho ascoltato nel Bollettino. Quello che voglio dire è che la critica è un filtro e dovrebbero entrare in gioco criteri oggettivi. Per esempio tempo fa ero intervenuto in un vostro articolo per dire come i Maneskin siano davvero determinati nel loro trash-ume e di come rimango allibito da come credono e mettono passione nella deriva derivativa e risibile del loro sound e quindi gli auguravo il meglio perché il loro roccazzo inoffensivo mi fa tenerezza. E guarda un pò cosa hanno combinato nel frattempo, record su record. Ora vi dico, io immortalerei la recensione di Sentireascoltare su "teatro d'ira", voto 1 su 10 e recensore che si lamentava che la redazione gli aveva assegnato la recensione sui terribili Manneskin. Voglio dire che la figura che un critico fa in questo caso è epocalmente da rimanere nella storia visto che non si può davvero non considerare certi parametri OGGETTIVAMENTE, e quel voto, pur condivisibile da un puntoi di vista, è diventato una specie di mantra che recita: "milioni di persone al mondo sono stupide perché non hanno idea dell'estetica musicale perché attenzione qui non sono i Russi con i Ricchi e Poveri e Albano ma tutto il mondo, dall'Arabia Saudita all'Australia. Magari non hanno il gusto di un ascoltatore come me che ascolto i Moin, Manuel Pistacchio come pure Madame e Blanco però non possono essere pazzi, qualcosa c'è. L'ho dovuto ammettere anche io con i Queen, che trovavo orripilanti. Io non ci tengo ad essere duro e puro e quando ascolto "Malibu" di Sangiovanni rimango stupito da che capolavoro pop sia stato partorito: ascoltatela bene, i saliscendi, la melodia circolare, la produzione, e ovviamente la città-tà-tà-tà. Certo, non sono un fan di Sangiovanni, ma quando mi trovo davanti alla bellezza, è oggettivamente impossibile resisterle.