La provincia da, la provincia prende. Crescendo in un contesto simile, c'è sempre stata una forte spinta a fare qualcosa di più interessante di ciò che già c'era. Quando finalmente ci riesci, ti accorgi che hai voglia di andare ancora oltre, cercando sempre nuove sfide. Il problema è che i localini e le piattaforme spesso non ti sostengono per molto. Diventa tutto un calcolo di benzina, e la musica finisce per sembrare un urlo che rimbalza contro la collina, quasi come se dovesse farsi sentire da qualcuno, anche se la distanza sembra infinita.
Quando scriviamo, lo facciamo sempre pensando a quella musica che avremmo voluto ascoltare. Siamo cresciuti ascoltando generi diversi, e ognuno di noi porta influenze diverse: c'è chi arriva dal rap e ascolta artisti come Emma, Verdena e Faccianuvola, chi è cresciuto con i Radiohead, il trip-hop e, ovviamente, Verdena, e c’è chi si ispira ai Black Midi, Gomma, Black Country, New Road, IDLES, Placebo e tanti altri. Il nostro batterista, per esempio, ha studiato con Franz del Teatro, e quella è sicuramente un'influenza diretta. Ma a prescindere dalle influenze, la nostra vera ispirazione siamo sempre stati noi stessi e il bisogno di fare musica.
Il nostro processo creativo è caos, improvvisazione, sbattere la testa contro il muro. A volte ci ritroviamo per preparare un live e finiamo per improvvisare sciocchezze per due ore, tornando a casa con mal di testa e le orecchie che fischiano. Suoniamo e spesso tutto parte da un riff o da una melodia. A volte ci soffermiamo su qualcosa per ore, altre volte non è necessario, ci basta suonare e lasciare che le cose si evolvano da sole.
Molti di noi avevano già suonato in vari progetti e avevano studiato musica per un po', ma per il nostro batterista, INARIA è la 22esima (o forse 27esima) band in cui ha suonato, e lui è convinto che questa sia quella giusta. È difficile dire che la musica è il centro della nostra vita, visto che tutti noi lavoriamo per pagare le spese quotidiane e la benzina per le nostre prove. Però, da qualche tempo, ci siamo accorti che qualcosa sta davvero girando nel verso giusto. Se dovessi scegliere un momento che ha segnato un cambiamento, registrare alle Officine Meccaniche è stato un bel passo verso la realizzazione del nostro sogno.
Non siamo fan della situazione attuale del paese o del mondo, ma questo non influisce direttamente sulla nostra musica. Ci piace fare rumore, è terapeutico per noi. Magari inconsciamente, qualcosa ci influenza, ma non è mai intenzionale. La musica arriva così, senza forzature.
Una delle sfide più grandi che abbiamo affrontato è sicuramente quella dei soldi. Il costo per strumenti, sale prove, benzina, mix, mastering e promozione è assurdo, e molte persone non si rendono conto di quanto sia difficile. Però, nonostante tutto, continuiamo a farlo con passione. A volte diventa pesante, soprattutto vivendo in una città dove la scena musicale è stagnante da anni, ma ce la facciamo. Tra litigi, scadenze che non riusciamo a rispettare e concerti che facciamo con pochi mezzi, è difficile, ma se avessimo più tempo e risorse sarebbe sicuramente tutto più semplice.
Di solito, quando componiamo o registriamo, finiamo per litigare parecchio, ma negli ultimi tempi stiamo migliorando. È il nostro modo di lavorare, di spingerci a fare di più e di meglio.
Il nostro rapporto con il pubblico è molto stretto. C’è chi cerca riconoscimento, chi rivalsa, chi è semplicemente felice di vedere un riscontro. Per noi è un legame importante, e siamo grati a chi ci segue. Tante persone ci seguono anche fuori dalla nostra provincia, diventano amici e ci facciamo dei lavori insieme. Questo è quello che chiamiamo "effetto INARIA". In questa parte del mondo, c'è molta gente che ha un disperato bisogno di qualcosa di diverso da fare, che non sia il solito aperitivo o le stesse serate. Una volta, qualcuno ci ha definito una band "Heavy Romantic Punk", e credo che questa definizione riassuma bene ciò che vogliamo trasmettere. La nostra musica è una rincorsa alle paure, una glorificazione dei difetti, tutto in chiave punk ed emo, quel tipo di musica che ti fa finire ogni concerto con abbracci sudati e a cantare a squarciagola. C’è un senso di libertà, di ribellione contro tutto ciò che fuori non ci piace e che non ci rappresenta.
Guardando alla nostra evoluzione, posso dire che sembra che stiamo uscendo dal liceo. Non voglio dire che l'ultimo disco sia il nostro "disco della maturità", ma se il primo EP era quello delle medie e il secondo quello delle superiori, questo nuovo lavoro rappresenta sicuramente un passo importante. I primi brani erano scritti di getto, ora ci ascoltiamo di più. A volte. O almeno vorremmo farlo, perché abbiamo capito che, in questo modo, spesso escono lavori di cui siamo davvero orgogliosi. Stiamo imparando a prenderci un po’ più sul serio, ma sempre con un pizzico di ironia, altrimenti diventiamo noiosi.
King of Provincia è un progetto editoriale per la community di RockitPRO. Con la sua prima edizione, a fine 2024, una giuria di professionisti della musica ha selezionato 16 progetti da tutta Italia, come questo, che vi racconteremo sulle pagine di Rockit per fare emergere un mondo di artisti che lontano dai grandi giri della discografia portano valore alla musica (e dare il giusto spazio alle tante scene locali che compongono un mosaico di passione e talento). Uno di loro andrà in tour in tutta la penisola. Abbonati a Rockit PRO per partecipare all'edizione 2025 di KING OF PROVINCIA.
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L'articolo Tra caos e rumore, la ricerca di libertà musicale a Verona di INARIA è apparso su Rockit.it il 2025-02-01 16:01:00
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