Nel Dicembre del 2001, con la chiusura di Napster, le case discografiche hanno creato due società per gestire il download di musica a pagamento.
Da una parte c'è PressPlay fondata dalla Universal e dalla Sony Music, mentre dall'altra c'è MusicNet che riunisce BMG, EMI, AOL Time Warner e Real Networks. Le iniziative, stando a quanto dicono i dirigenti sono nate per tutelare i diritti degli artisiti che, sempre stando a loro, con Napster perdevano fior fior di quattrini.
È interessante notare che con questo nuovo sistema le case discografiche riescono ad intascare il 91% dei profitti, tutelando i propri artisti con un eccezionale 9%.
Ovviamente molti artisti hanno chiesto che la loro musica venisse rimossa ma non tutti hanno il peso necessario per "forzare" l'azione.
Uno dei commenti uditi è stato "Se la tecnologia esiste e noi artisti non possiamo guadagnarci preferiamo che i fans abbiano la musica gratis!"
story.news.yahoo.com/news?tmpl=story&u=/nyt/20020218/tc_nyt/
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_still_has_artists_feeling_bypassed
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L'articolo Le case discografiche sono peggio di Napster? di Redazione è apparso su Rockit.it il 2002-02-25 00:00:00
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