I tre video della campagna #coglioneno di Zero hanno provocato condivisioni a catena, segnalazioni in ogni sito e social network e reazioni.
Ci sono quelle inutili, fatte solo per solleticare il proprio ego da 15enne veramente alternativo che lotta ancora con l’acne, ci sono quelle ragionate e pensate.
Alla seconda categoria appartiene senz’altro il pezzo scritto da Niccolò Contessa dei Cani per minimaetmoralia.it, il blog della casa editrice Minimum Fax.
Nel suo post, Contessa analizza il contesto economico, spogliando l’intera questione da ogni tipo di emotività e concentrandosi semplicemente sulla questione base domanda&offerta:
«il lavoro creativo, in questo momento, è un mercato del compratore. Non credo che la categoria dei giovani creativi sia disposta a lavorare gratis perché antropologicamente più cretina di quella degli idraulici: trovo più probabile che siano le condizioni di mercato a essere diverse, e che effettivamente l’offerta di lavoro creativo non riesca a essere assorbita, se non in minima parte, dalla domanda. La conseguenza è che chi ha bisogno di lavori del genere è disposto a pagare sempre meno, sia quando si rivolge a esperti di comprovata esperienza, sia quando si rivolge a giovani emergenti. [...]
(Tra l’altro, gli autori della campagna #coglioneNO, intelligentemente, non mancano di rilevare quanto sia ironico che i video stessi siano stati realizzati a titolo gratuito: ora, io sono sinceramente convinto che la campagna sia stata ideata con le migliori intenzioni, ma viene anche spontaneo immaginare che, alla luce del successo che ha avuto, essa possa fruttare agli autori, in futuro, dei lavori retribuiti. Contraddicendo quindi il messaggio stesso della campagna: lavorare gratis, in certi casi, serve.)»
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L'articolo #coglioneno, la risposta di Niccolò Contessa dei Cani di Marco Villa è apparso su Rockit.it il 2014-01-15 12:11:02
COMMENTI (6)
Massimo rispetto nei confronti di Contessa e della sua opinione, ma stavolta dissento nella maniera più assoluta. Il "mercato del compratore" é una delle teorie che vale tanto quanto quel concetto "per il bene del paese" che ogni giorno i media ci rifilano come verità suprema. Qui l'unico criterio é se il lavoro (qualsiasi lavoro) sia stato fatto bene o male e nei tempi concordati - e in base a ciò possiamo discutere a posteriori del prezzo, contrattando. Altrimenti si sfocia nella filosofia e non mi pare c'entri con la materia.
i cani quando verranno santificati? Contessa è gia beato? Mi ha aperto un mondo col suo pensiero
A me pare chiaro che la campagna non sia rivolta ai committenti, certo ben disposti a pagare poco o nulla, ma alla stessa "categoria dei giovani creativi", affinché non cadano, malgrado i tempi disgraziati, nel tranello di turno (lavoro gratis per la visibilità, per l'esperienza ecc.). In effetti, se tutti i lavoratori fossero uniti su questo, idealmente, non sarebbe più possibile lo sfruttamento gratuito.
lavorare gratis per se stessi è una cosa mooolto diversa, quindi secondo me nessuna contraddizione
Un gruppo di creativi decide di fare la campagna e non si sono auto-pagati, non essendoci un committente. Per cui le ultime considerazioni di quest'articolo sono davvero fuori luogo per non dire, scusatemi, ridicole. Si , si saranno fatti i loro calcoli per avere visibilità ma c'è grande differenza quando io decido di fare una cosa per vedere se divento famoso e quando un committente mi assolda pensando che la ricompensa sia diventare famoso.
..gia che suoni en I cani.... dice tutto. va la va la