Sull'Instagram di Colapesce è apparsa una foto che lo mostra insieme a Gianni Morandi e Dimartino. Niente di strano, se non ci fosse una didascalia molto interessante: "Due di queste persone stanno registrando un disco insieme." Andando per esclusione, a meno che Gianni Morandi non sia passato definitivamente alla "fase indie", le probabilità che Colapesce e Dimartino stiano scrivendo un disco assieme sono molto alte e la notizia ci riempie di curiosità.
Non sappiamo se si parli di inediti, cover o quant'altro, attendiamo annuci, ma di sicuro la qualità in ballo è tanta; parliamo di due dei cantauori più bravi del nostro Paese, che non sono mai riusciti a raccogliere quanto hanno seminato in ambito mainstream. Autori sensibili e artisti molto validi, che hanno in comune una scrittura malinconica ed elaborata, entrambi siciliani, entrambi avvezzi alle collaborazioni.
Antonio Di Martino nel 2017 ha registrato un album con un altro cantautore, Fabrizio Cammarata, che si intitola Un mondo raro ed è di rara beltà: ricordiamo il loro live intimo al MI AMI Festival come uno dei picchi qualitativi di quella edizione. Colapesce oltre ad aver suonato nella band Albanopower e nel progetto Santiago con Alessandro Raina (Amor Fou), ha già duettato e fatto un tour insieme a Meg, ha ascritto insieme a Di Martino e Levante Lo stretto necessario. Inoltre nella band del suo ultimo tour figurava Adele aka Any Other e ha girato l'Italia con il Concerto Disegnato insieme all'illustratore Alessandro Baronciani. Insomma, per farla breve le aspettative verso un progetto comune del genere sono altissime.
Un'iniziativa singolare che arriva in un momento di edonismo e individualismo artistico, in cui la stragrande maggioranza dei musicisti pensa al proprio percorso, senza badare a chi ha accanto. Ci sono le eccezioni, soprattutto per quanto riguarda i singoli, vedi Calcutta e Giorgio Poi, ma la prassi dell'album condiviso si è persa per strada con la morte del cantautorato figlio degli anni '70. Pensiamo ad esempio a Theorius Campus, il disco del '72 che segna il debutto di due dei cantautori romani più famosi: Antonello Venditti e Francesco De Gregori, che per celebrare la lunga amicizia che li lega, hanno deciso di suonare insieme allo Stadio Olimpico di Roma il 5 settembre 2020.
Il motivo di quell'album registrato insieme è molto semplice e lo spiega proprio De Gregori in un libro del 1980: "Facemmo sodalizio io e Antonello, che eravamo arrivati ad un giorno di distanza indipendentemente, a firmare lo stesso contratto con la stessa casa discografica, perché al Folkstudio eravamo tutti gelosi uno dell'altro, se uno aveva la possibilità di firmare un contratto non lo diceva all'altro. E quindi con molta sorpresa e con molto sospetto ci incontrammo lì... poi facemmo questo disco in due perché così risparmiavano la metà dei soldi".
Lo stesso De Gregori collaborò con Fabrizio De André nell'album del 1975 Volume 8 di Faber e ha registrato nel 2002 Il fischio del vapore con Giovanna Marini. De André è stato un amante delle collaborazioni, al punto da scegliersi un co-autore o una band già esistente per molti album e tour. Dal premio Oscar Nicola Piovani a Massimo Bubola, Mauro Pagani e Ivano Fossati, all'indimenticabile tour con la PFM di fine anni '70. Anche Francesco Guccini ha firmato un album live con i Nomadi nel 1979, a sottolienare il connubio tra band e cantautori.
Lucio Dalla è stato un amante dei lavori condivisi, dal tour insieme al solito noto Francesco de Gregori che culminò nel magnifico album Banana Republic del 1979 (che anno quello!) alla collaborazione tutta bolognese con Gianni Morandi nel 1988. Franco Battiato e Alice hanno collaborato e firmato album e concerti insieme dagli anni '80 fino al 2016, Mina ha pubblicato album interi insieme a Celentano e il più recente con Ivano Fossati, ma di esempi come questi ce ne potrebbero essere davvero tanti.
Nel pop e nella canzone d'autore, da questo punto di vista, sono stati tirati i remi in barca, se si escludono le varie liasons horroreux tipo Renga, Pezzali e Nek o Pausini e Antonacci, create al solo scopo di sbigliettare e riempire i palasport che, singolarmente, non si congestionano più.
E allora oggi la tradizione dell'album in comune viene portata avanti dalla scena rap, che si nutre di featuring e dischi co-scritti e co-pubblicati. Non parliamo qua di featuring più o meno furbi per fare volare gli streaming, di quello abbiamo già parlato più volte e non di certo con entusiasmo. Parliamo di veri progetti comuni, voglia di fare un disco assieme.
Senza fare un elenco infinito: Carl Brave e Franco126, Gemitaiz e Madmen, Marracash e Gué Pequeno fino ad arrivare a J-Ax e Fedez, senza contare gli album mixtape tipo Machete o Mattoni di Night Skinny, in cui ogni pezzo rappresenta una collaborazione diversa. Potete chiamarla crew, gang, balotta o come vi pare, ma è proprio nel DNA dei rapper di unirsi per stare bene e creare qualcosa insieme.
A ben vedere, quella rap è l'unica vera scena che abbiamo in Italia, al di là di ogni possibile dissing o del fatto che venga vista dall'esterno come una macchina da business. Invece, almeno in alcuni casi, pare oggi animata da un forte spirito di aggregazione e da una passione comune. Basti pensare, esempio di questi giorni, a quanto stanno facendo Gué Pequeno, Salmo, Fabri Fibra, Marracash, Clementino ed Ensi, che hanno fondato insieme a Paola Zukar radio TRX. Aspettiamo Dimartino e Colapesce per rinnovare una splendida tradizione anche in altri ambiti, con una chitarra a tracolla e qualche tatuaggio in meno.
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L'articolo Purtroppo il pop ha abbandonato la strada dei dischi collaborativi (a favore del rap) di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2019-12-09 10:46:00
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