Avete provato, ultimamente, ad ascoltare qualcuno dei vostri vecchi CD? Uno di quelli davvero vecchi.
Be', se in un impeto di nostalgia avete provato a risuonarli potreste aver notato che non funzionano più, specialmente se si tratta di un mix fatto a mano su un cd riscrivibile.
"Tutti i formati moderni di fruizione musicale non sono stati progettati per durare a lungo", ha dichiarato all'Atlantic Fenella France, capo del gruppo di ricerca sulla preservazione alla Biblioteca del Congresso Americano. "Piuttosto il criterio di sviluppo era quello della produzione di massa."
France e i suoi colleghi stanno infatti portando avanti delle ricerche per capire come, e in che periodo di tempo, si deteriorano i cd fino a diventare inascoltabili. Lo scopo è quello di salvarli, naturalmente.
Non è un'impresa semplice come si potrebbe pensare, principalmente perché i produttori di cd hanno cambiato i loro procedimenti durante gli anni senza renderne noti i dettagli; quindi sappiamo quale sia la composizione di base di un cd, ma è impossibile capire come invecchierà basandosi solo sul suo aspetto.
"Stiamo cercando di capire quale tipo di cd è più a rischio", spiega France. Anche cd prodotti dalla stessa azienda nello stesso anno, con una confezione identica tra loro potrebbero avere delle aspettative di vita completamente diverse. È quello che hanno scoperto testando due cd identici prodotti nel 1987: entrambi sono stati esposti ad altissime temperature in un'atmosfera estremamente umida, solo che uno ha passato i test senza particolari danni, l'altro ne è uscito completamente distrutto:
Se avete quindi dei vecchi cd dei quali vi volete liberare, la Biblioteca del Congresso Americano sarà felice di distruggerli per voi in nome della scienza.
Fenella France ha anche dei buoni suggerimenti per quanti invece tengono alla longevità della propria collezione di cd: oltre alle regole più intuitive (tieni il cd lontano da fonti di calore ed umidità, maneggialo sempre toccando solo il foro al centro del disco) ce ne sono di altre che potrebbero rivelarsi nuove per molti, come ad esempio quella di non toccare o modificare in alcun modo la parte superiore del cd, proprio quella sulla quale in molti abbiamo scritto con pennarelli o sulla quale abbiamo attaccato adesivi. "La gente di solito si preoccupa di più della parte inferiore, quella che viene letta dallo stereo, ma non sa che anche la parte superiore può portare danni irreversibili al supporto, perché i graffi espongono lo strato interno agli agenti esterni, come ad esempio l'inchiostro dei pennarelli o la colla degli adesivi."
I ricercatori coinvolti in questi tentativi di preservazione ammettono di aver iniziato a pensarci molto più tardi del dovuto: "Non ci siamo davvero concentrati molto sui media del ventesimo secolo, perché siamo portati a pensare che non ce ne sia bisogno. Ormai diamo per scontato che ogni cosa esista in innumerevoli copie".
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L'articolo Che fine faranno i nostri cd? Qualcuno sta cercando di capire come salvarli di Nur Al Habash è apparso su Rockit.it il 2014-05-16 00:00:00
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