Dente a Parigi, foto di Enrica Zilio
Berlino, Bruxelles, Lussemburgo, Parigi, il Brasile (ad accompagnare i Selton). E poi in studio, a lavorare al nuovo album. Anzi, per la precisione in una casa trasformata in studio, per suonare i nuovi pezzi insieme alla band e registrare così, "meno artificiale possible, senza cercare la perfezione, che non fa per me". Così Dente si tiene occupato da qui a fine estate, divertendosi anche un po' tra dj set in salsa anni Sessanta ed esibizioni esotiche, evitando di darsi troppa fretta. ''Voglio fare un disco che mi piaccia, che mi soddisfi. Quello conta più di tutto il resto”, dichiara convinto, mentre aspetta di esibirsi nello stesso caffé parigino Marcovaldo di cui fu il primo ospite l'estate scorsa, in una serata d'inaugurazione affollata ed accaldata. Le scadenze rigide e improrogabili sono messe al bando, almeno per un po': “Sono concentrato sul disco, un po' come facevo all'inizio: fare dischi per fare dischi, senza un vero scopo. E poi – sorride – se li ascoltava solo mia mamma fa niente”.
Dente a Parigi, foto di Enrica Zilio
Suonare per piacere, quindi, e in grande semplicità. “L'idea e di fare tutto in modo molto analogico, tutto molto vero, polveroso, con gli strumenti tutti insieme e poca postproduzione. Non tanto lo-fi, ma più naturale”, dice ancora, soffermandosi ogni volta per trovare il termine giusto, perché “spiegare i suoni a parole è molto difficile”. Di certo, aggiunge, “sarà un disco triste, come quelli prima e forse ancora di più. Non so perché, ma ogni volta che faccio un album mi sembra più triste di quello precedente”. Poi sorride di nuovo, tra il timido e l'autoironico, e riformula: “Sarà un po' lento, molte canzoni lente, o almeno questa è l'idea che ho adesso. Poi magari mentre lo registriamo si ribalterà tutto e verrà fuori una cosa completamente diversa”. Anche qui, niente paletti: “Mi sono detto lo facciamo, poi quando è pronto vediamo. E decidiamo come e quando farlo uscire”. Prima di fine anno, forse. E poi un tour, in Italia e anche un po' in Europa, che ormai non fa più paura, anzi dà “belle soddisfazioni”.
Dente a Berlino, foto © Zero / Il Mitte
E' stato così a Berlino, dove Dente ha suonato al compleanno del quotidiano per italofoni in Germania Il Mitte e animato un dj set, a Bruxelles, dove si è esibito in una delle 'Notti' del festival del Jardin Botanique, e a Parigi, dove è tornato sperando in un successo paragonabile a quello dello scorso anno. Ma cambiando atmosfera: adieu serata nella sala concerti seminterrata di un pub, “non dico punkabbestia perché non era punkabbestia, ma un po' alla buona”, bonjour teatro, “che è tutta un'altra cosa, non è come il bar dove entri, ti prendi una birra e intanto c'è il cantante italiano che suona, qui paghi il biglietto e ti ascolti il concerto”. Il che significa buio, grande silenzio e pubblico attento, anche quando, come è successo in Belgio, “magari non capisce niente di quello che dico, però vede gli italiani che ridono quando parlo e pensa che sia divertente”.
D'altra parte, dice con sguardo serio, la vera sfida del suonare all'estero sta proprio nel riuscire ad attrarre il pubblico locale, gli autoctoni, “anche se non capiscono, pure io non capivo le canzoni in inglese ma le ascoltavo, poi magari cercavo i testi per seguire. Non è impossibile”. Altrimenti, il rischio è di finire “a suonare per gli studenti Erasmus, che poi tra un anno tornano a casa e possono venire a sentirti in Italia”.
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L'articolo Dente: vi racconto il mio prossimo disco di Chiara Rancati è apparso su Rockit.it il 2013-05-16 11:22:22
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