Il mio progetto musicale, Dollsaway, nasce ad Albissola Marina, in provincia di Savona. La mia prima canzone risale al 2007: non aveva una base, solo un ritmo e qualche parola sulla paura di perdere la mia ombra in una giornata nuvolosa. Mi piace questo aneddoto, ma se dovessi individuare un inizio più concreto, direi il 2019, quando ho iniziato a registrare in studio, pubblicando il mio primo singolo l'anno successivo ed è per questo che il luogo in cui sono nata ha influenzato il mio sviluppo musicale, anche se non ho mai avuto un forte legame con la scena locale. Il mare, per quanto possa sembrare un cliché, è stato una fonte costante di ispirazione e conforto.
Quando ho iniziato a lavorare in studio, non avevo ancora chiaro lo stile che volevo seguire. Ho deciso di lasciarmi ispirare dal momento, e così è stato. Amo il fatto che la mia musica, pur non rientrando rigidamente in un unico genere, abbia un filo conduttore ben definito: la malinconia. All'inizio le mie influenze principali sono state Sevdaliza (nei suoi anni d'oro, prima del reggaeton), FKA Twigs e Lana Del Rey. Il mio processo creativo è del tutto casuale. Ogni tanto mi viene in mente una frase o una parola e la segno subito. Una volta scritto il testo, passo alla base musicale e spesso finisco per stravolgerlo completamente perché non si adatta al ritmo.
Quando penso all'influenza del contesto culturale o sociale sul mio progetto, mi risulta difficile dare una risposta precisa. Forse più che dalla cultura del mio paese, sono stata influenzata da quella assorbita passivamente da internet. Tuttavia, devo riconoscere che il supporto economico dei miei genitori ha avuto un ruolo fondamentale: grazie a loro ho potuto studiare piano e canto fin da bambina, e questo ha sicuramente alimentato la mia passione per la musica.
Quando registro non ho particolari rituali, a parte cercare di mangiare leggero e senza bollicine per cantare meglio.
La scrittura, invece, è tutta un'altra storia: passo le notti a contemplare il vuoto, aspettando che le parole emergano. Da lì in poi, seguo un piccolo rituale: apro un vecchio rimario della nonna, trovo la parola più strana che faccia rima con quella scelta e il gioco è fatto.
Non penso mai al rapporto tra la mia musica e il pubblico in termini gerarchici. Metto tutti sul mio stesso piano e spesso mi chiedo se la mia musica soddisfi gli altri tanto quanto soddisfa me. Con i miei amici capita di vivere esperienze simili e, in quei momenti, ascoltare una mia canzone diventa quasi un rituale. Mi affascina il fatto che, indipendentemente da quanto riconducibile possa essere un mio testo, ognuno ci leggerà ciò di cui ha bisogno.
Per molto tempo ho creduto che il tema ricorrente della mia musica fosse la tristezza, spesso vicina alla depressione. Ultimamente, riascoltando i miei brani, mi sono resa conto che ho sempre lasciato uno spiraglio di luce, un margine di speranza. Direi che il "canon event" della mia musica è proprio questo: la speranza.
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L'articolo Dollsaway: il suono della mia ombra di Irene Rogna (Dollsaway) è apparso su Rockit.it il 2025-01-23 16:54:00
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