Chi ha letto anche un minimo di storia del cinema, sa che il così detto "cinema muto" in realtà non è mai esistito. Sin dall'inizio la proiezione delle pellicole è stata accompagnata prima con musica dal vivo, grazie a piccole orchestre che si esibivano durante il film, oppure con i pianoforti automatici, poi anche con 78 giri per l'accompagnamento musicale, con grammofoni abbastanza potenti da essere uditi in tutta la sala.
I produttori di film si reserono conto subito che l'accompagnamento con musica, suoni e rumori era utile per creare un certo mood durante la visione, quindi si cominciò a implementare nei pianoforti automatici anche altri strumenti per fornire più effetti sonori: alcune canne d'organo e dei tamburi furono inseriti in una specie di armadietto aggiunto al pianoforte automatico.
Ma più le immagini diventavano dettagliate, più i produttori volevano aggiungere effetti sonori adatti.
Per cui una casa produttrice di strumenti in America inventò il definitivo fotoplayer, ovvero un pianoforte automatico fornito di percussioni, trombette, catene, campane, sirene, clacson, fischi e tantissimi altri effetti, suonabili tutti grazie all'intervento di un unico, affannatissimo musicista.
Ne furono costruiti circa 9000 esemplari tra gli anni '10 e '20, utilizzati soprattutto per gli effetti sonori dei film comici. Ne sono sopravvissuti circa 50 di cui una dozzina suonabili.
Uno di questi appartiene a Joe Rinaudo, un collezionista di strumenti rari, che ha anche imparato a suonarlo benissimo: mentre il rullo porta avanti la parte base di pianoforte, un sistema di pedali, leve, interruttori, pulsanti e cavi sono azionati per accendere lo xilofono, battere un tamburo, suonare un campanello, creare il rumore di un tuono o il cinguettio di un uccello. Sembra faticosissimo e divertentissimo insieme.
(via)
---
L'articolo Il fotoplayer è il pianoforte più difficile del mondo di Chiara Longo è apparso su Rockit.it il 2016-11-11 11:10:00
COMMENTI (1)
museumspeelklok.nl/
questo 'Museo' a Utrecht ne è pieno!