Kim Dotcom ha capito che quello che dice non passa mai sotto silenzio. Così, il fondatore di Megaupload, il servizio chiuso dal governo americano a gennaio per violazione di copyright e riciclaggio di denaro sporco, continua ad alzare il tiro.
Dopo le grandi proteste contro l'azione del governo che messo fine alla sua creazione - e che hanno avuto più di una sponda nelle autorità neozelandesi, ovvero del paese in cui Dotcom risiede - e l'annuncio di nuovi progetti, ora Kim Dotcom si butta nella teoria del complotto.
E si sa che ogni macchinazione ha bisogno di un cattivo insospettabile che manovri tutto da dietro le quinte. Ebbene, il cattivo in questione è stato individuato dal boss di Megupload addirittura in Joe Biden, vicepresidente degli Stati Uniti.
Dichiara Kim Dotcom: "So da una fonte credibile che è stato Joe Biden, il migliore amico dell'ex senatore e capo della MPAA (associazione delle case di produzione cinematografiche, NdR) Chris Dodd, a ordinare al suo ex avvocato e ora procuratore Neil MacBride di spegnere Mega".
Ma non si tratta di una semplice accusa lanciata nel vuoto. Dotcom e i suoi legali sono andati a controllare la lista delle visite alla Casa Bianca e hanno scoperto che c'è stato un incontro con Biden che vedeva presenti lo stesso Chris Dodd e un certo Michael Ellis, così descritto da Dotcom: "esperto di estradizione ed ex sovraintendente della polizia di Hong Kong [...]. Lo stesso Mike Ellis si è incontrato con il Ministro della Giustizia Simon Power, in Nuova Zelanda".
L'incontro alla Casa Bianca sarebbe avvenuto a luglio 2011 e secondo Dotcom avrebbe sancito l'inizio dell'operazione contro Megaupload, segnata quindi da conflitti di interessi e rapporti di amicizia poco chiari.
Si resta in attesa delle prossime puntate. A questo punto mancano solo gli alieni.
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L'articolo Il gran complotto della Casa Bianca contro Megaupload di Redazione è apparso su Rockit.it il 2012-07-04 00:00:00
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