Tutti quanti questo weekend a un certo punto siamo saltati sul divano ricevendo una notifica da Spotify, un messaggio da un amico, leggendo un post sui social o qualche articolo di giornale: miracolo! Battisti è su Spotify. Battisti è il grande assente dalle piattaforme di streaming, infatti la società detentrice dei diritti delle canzoni, la Acqua Azzurra (attualmente in liquidazione) si è sempre rifiutata di fornire ill repertorio del grande cantautore per lo fruizione legale online. Nonostante le beghe legali che vedono coinvolta la società, Universal e Mogol (che recentemente, a 82 anni, è diventato presidente SIAE) lascino intravedere qualche speranza, è sembrato molto strana l'apparizione di due greatest hits, uno in italiano e uno in spagnolo, con una copertina molto brutta, non solo sulla piattaforma del colosso svedese dello streaming ma anche su Deezer, dove è stato disponibile fino a qualche minuto fa.
Che l'operazione fosse sospetta è stato chiaro sin da una prima occhiata: nei titoli della tracklist ci sono almeno due refusi molto evidenti ("La collina deli ciliegi" e "Io te venderei") e la casa discografica a cui è accreditato il disco, Universal Digital Enterprises, non risulta far parte della più famosa Universal, nonostante l'omonimia. Di fatti a poche ore dalla pubblicazione gli ascolti sono stati oscurati. Al momento non ci sono dichiarazioni da parte di Spotify, però viene da chiedersi come sia potuto succedere che un'etichetta non autorizzata sia riuscita a superare le barriere di controllo su repertori regolarmente coperti da copyright anche se solo per poche ore. Basti pensare che su Youtube un'operazione del genere sarebbe stata quasi impossibile, per via dello stretto controllo operato sui contenuti tramite complessi algoritmi che confrontano quanto caricato dagli utenti con le library dei detentori dei diritti.
Mogol invece ha dichiarato di essere all'oscuro dell'operazione a Repubblica, "Sarebbe molto bello [...] sono canzoni che i giovani potrebbero ascoltare, sarebbe una fonte di conoscenza davvero importante. La cultura popolare e la musica sono nel cuore della cultura del nostro Paese e le canzoni che Lucio ha scritto con me in tanti anni meritano di essere ascoltate".
Inoltre nelle stesse ore la stessa sedicente casa discografica ha caricato sulle due piattaforme anche i greatest hits di tanti altri artisti italiani, come Nicola Di Bari, Luigi Tenco, Gino Paoli, Adriano Celentano, Domenico Modugno, Nilla Pizzi, Claudio Villa, Bobby Solo, Peppino Di Capri, e anche spagnoli e sudamericani. Al momento, gli altri best of risultano tutti ascoltabili.
Il caso di Battisti è molto simile a quello dei Beatles, che a lungo non sono stati presenti sulle piattaforme di streaming se non in versioni cover o karaoke, fino a dicembre 2015, quando si è potuto festeggiare il natale a ritmo della musica dei quattro di Liverpool. Un'enorme assenza che rischia di rendere la musica di questi grandi autori del passato completamente estranea alle nuove generazioni, nonostante Battisti sia di grande ispirazione per moltissimi autori moderni, e viene tuttora citato e campionato, basti pensare ad un omaggio recente come "Anima Lattina" dei Coma Cose.
Il grande tam tam che si è creato intorno a questa fugace apparizione dimostra solo una cosa: c'è tanta voglia di ascoltare Battisti e non possiamo che augurarci che presto arrivi ovunque, in maniera ufficiale e autorizzata.
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L'articolo Quel gran pasticcio del greatest hits di Battisti su Spotify di Chiara Longo è apparso su Rockit.it il 2018-09-17 10:53:00
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