Milano piange uno dei suoi anti-eroi: Luigi Galmozzi, per tutti Gigione, è venuto a mancare poche ore fa a causa di un infarto. È stato trovato senza vita nella propria casa, dalla compagna (e chissà a cosa hai pensato nei tuoi ultimi minuti, Gigi). A lei va il nostro abbraccio più forte, intenso e sentito. Quel tipo di abbraccio morbido e poderoso che chiunque gli abbia voluto bene ha avuto la fortuna di provare.
Gigione è conosciuto ai più come il fonico dei Tre Allegri Ragazzi Morti, la reggae'n'roll band di Pordenone con cui ha condiviso palchi, studi di registrazione, lunghi viaggi in furgone e - più e prima di tutto - la costruzione di un'identità, un immaginario, una vita. Tutt'altro che terzo o squintato rispetto alla band, è stato il primo pilastro su cui si è fondata quella squadra, la cosiddetta crew, che con integrità e in assoluta indipendenza ha attraversato – sempre a testa alta e cuore in mano – vent'anni di musica italiana, passando dai più piccoli e mal equipaggiati locali di provincia fino agli stadi delle superproduzioni pop.
Per la band era un punto di riferimento inamovibile, un faro nella notte, uno scoglio a cui aggrapparsi durante le tempeste e contro cui sbattere nei giorni di secca. Quando stimolavo Enrico Molteni a raccontarmi dei loro lunghi viaggi in furgone (avrete capito quanto profondo e blu sia l'oceano umano di queste persone, e quanto bello fosse tuffarcisi), descriveva Gigione come colui che, durante le discussioni, entrava negli argomenti a gamba tesissima, caustico e senza tentennamenti, avendo infine quasi sempre ragione lui. “Un grande maestro”.
Un'entità leggendaria, Gigione, soprattutto per chi non ha mai avuto la fortuna o più semplicemente l'occasione di conoscerlo di persona. “Siamo cresciuti con lui, e lui con noi”, mi diceva Davide Toffolo qualche tempo fa. Li aveva fatti incrociare probabilmente il caso, con quella dinamica imperscrutabile che trasforma un incontro qualunque in una comunione d'anime, che sublima l'amicizia in professionalità. “Credo che Davide mi abbia scelto perché, oltre a essere quello che sono, per lui rappresento Milano, la grande città”, integrava invece Gigione nei lunghi e sempre piacevoli pomeriggi passati al Morbid Sound Studio, lo studio di registrazione che aveva aperto nel garage di fianco a casa sua, in zona Barona, dove - oltre ad assaporarne il the caldo preparato dalla compagna per scaldare la voce e la pazienza come produttore di noi scappati di casa (registrò il primo demo della mia band) - avevo piacere a imparare dalla sua enorme esperienza rubandone aneddoti e massime, di cui era in assoluto un capo.
Ed è proprio questa Milano post-Expo della scighera chimica e delle polveri sottili, in cui non piove seriamente da oltre due mesi, a piangere fiumi di dolore vero, di mancanza concreta, di vuoto profondo. Chiunque abbia suonato o frequentato i luoghi (e non solo i locali) in cui si suona dal vivo lo sa: Gigione c'era o c'era passato. “Con lui le serate giravano sempre bene” - commenta Dj Henry, distrutto dalla notizia - “eravamo assieme sabato scorso, tutto mi sarei aspettato ma non questo”. Da sempre legato al Cox18, storico centro sociale di Via Conchetta, ultimamente operativo al LoFi di via Dei Pestagalli ma in generale ovunque ci fosse materiale musicale e umano adeguato ai suoi gusti o ai suoi progetti, che fossero gli Exilia sul Lago Maggiore, i Veracrash in Germania o i Pink Rays al Plastic. Perché non era mai la situazione a mettergli paura, piuttosto certe persone a fargli schifo: quando voleva, avrebbe fatto suonare bene anche l'impianto della Yaris usata di vostra mamma.
Così Gigione se n'è andato. Come Joe Strummer dei Clash, a 50 anni, in casa sua da solo. Il giorno dopo Lemmy dei Motorhead, con cui condivideva la black attitude e il fascino imperituro delle leggende del rock. Il giorno dopo John Bradbury degli Specials, batterista che sicuramente stimava, convinto com'era che il motore di ogni band stesse dietro ai tamburi (motivo per cui era convinto che Luca Masseroni dei Tre Allegri fosse uno dei migliori batteristi italiani: “non puoi capire come e quanto velocemente ha imparato a suonare il reggae”, diceva orgoglioso e soddisfatto).
L'Italia perde il suo cavaliere pe(n)sante, la sua lunga chioma da metallaro impenitente, i suoi perenni pantaloni corti con i tasconi. Fa male pensare di non vederlo più arrivare in moto, quella moto che si abbassava di mezzo metro quando veniva cavalcata, e sfoderare quella sua risata autentica e potente. Con lui se ne vanno le litigate riguardo il punk e l'etica DIY, i giri di perlustrazione al Lucky Music a cercare materiale interessante da integrare all'equipaggiamento, le scenette con Andrea Maglia, il suo assistente al Morbid Sound Studio, una sorta di figlio acquisito, uno dei pochi, grazie al suo carattere mite ma saggio, a incastrarsi perfettamente nelle dinamiche ruvide del Gigio, a fargli supplenza laddove non aveva più la voglia (l'edit delle tracce, ad esempio) e smorzarne le invettive con un ghigno leggero. Furono proprio questi due a insegnarmi - fra una gag e l'altra in cui il buon Maglia veniva simpaticamente chiamato “Seppia” come il personaggio di Boris - la differenza fra “è buono” e “è bene”. Una differenza sottile, tutta legata alla tecnica oratoria, alla pronuncia nel giusto contesto. Una differenza tutta da ridere, e tutta da vivere. E allora fammi dire, caro Gigione, che conoscerti e passare del tempo con te è stato bene, anzi no, benissimo. Ed è superlativa la maniera in cui ci mancherai: tantissimo.
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L'articolo Milano piange Gigione: è mancato il fonico dei Tre Allegri Ragazzi Morti di Carlo Pastore è apparso su Rockit.it il 2015-12-30 09:50:00
COMMENTI (9)
Sebbene il nostro sia stato un rapporto da vicini di casa, mi hai da subito ispirato stima e rispetto. Ti auguro tanto rock anche lassù.
Buon viaggio,
Giacomo.
Grazie grazie a tutti voi che avete amato il mio Gigi quanti lo amato io ... Grazie a Tiziana la compagna perfetta la sua giusta metà ...alla famiglia di Tiziana che lo ha accolto come un figlio .... Grazie a Davide che gli è stato vicino come un fratello ... Grazie a tutti i ragazzi del conchetta ... A tutti quelli che oggi lo hanno salutato con affetto... Oggi il mio Gigi è uscito di scena esattamente come meritava circondato dall'amore di tutti . Sono orgogliosa del mio Gigi perché è entrato nel cuore di tutti come è sempre stato nel mio. Oggi avrei voluto dire tante cose ma avevo un nodo in gola che Nn mi permetteva di parlare riuscivo solo a piangere .. Mi scorrevano davanti agli oggi tutti i momenti che ho vissuto con lui e mi chiedevo come fare da oggi in poi senza i suoi sorrisi le sue battute che mi facevano passare tutti i momenti difficili. Unica consolazione e vedere quanto era amato ... Grazie grazie ancora a tutti di cuore
Nell'impossibilità di partecipare al funerale del buon Gigione, un grand'uomo e un amico, porgo alla compagna, alla famiglia, e a tutti coloro che gli volevano e gli vogliono bene, le mie sentite condoglianze. Se n'è andato uno di noi, troppo presto. Un abbraccio forte.
Pierpaolo.
Ciao Galmozz !!!......qualsiasi fosse l' umore quando entravi da Lucky......la certezza è che all' uscita si stava ridendo....prendendo in giro chiunque o qualsiasi cosa.....ma si stava ridendo !!!......un abbraccio. .....Nuccio
un omone gentile, unico fonico al mondo che facendo il check in Conchetta mi chiese: "ma vuoi che ti setto il microfono normale o come i rappers infoiati che stringono la capsula?" SuperPro. Solo Amore.
Ciao Fabrizia, non ho mai avuto la fortuna di conoscerti ma ti abbraccio forte. Grazie per queste parole toccanti che mi hanno fatto scendere i lacrimoni, perchè ho una sorella e so cosa vuol dire sentirsi strappati di una metà. Gigi vivrà per sempre negli sguardi e nelle opere di chi gli ha voluto bene, e siamo tantissimi.
Più che un commento vorrei dire grazie grazie a tutti per quello che è stato scritto del mio Gigi. Mentre leggevo queste parole mi appariva l'anima l'essenza di quello che per me è stato il fratello migliore del mondo . Era forte come un toro , spaccava il mondo con un pugno ma temeva la solitudine temeva il
dolore fisico ed ironia della sorta si è trovato solo . Mio fratello il mio gigi è partito da Crema circa 30 fa senza un soldo in tasca ,perché contrariava le aspettative dei genitori ,ma aveva un sogno nei trasconi dei sui pantaloni corti che io ho sempre aiutato a realizzare perché sapevo che la città di crema li andava stretta . Così l'ho aiutato come potevo a realizzare il suo sogno e oggi so che c'è riuscito ,anche se Nn ho mai avuto dubbi su questo, è entrato nel cuore di tutti come è sempre stato nel mio . Perché era una persona speciale che valeva la pena approfondire con le sue contraddizioni i suoi alti e bassi i suoi dolori e i suoi sorrisi . Un fratello prezioso molto più di tutto l'oro del mondo un fratello che auguro al mondo. Nn so come farò senza lui per ora mi manca la terra sotto i piedi , mi
sembra mi abbiano strappato metà del cuore , mi era rimasto solo lui ed ora mi trovo a sopportare la difficile vita senza poterlo chiamare senza più i suoi consigli le sue battute che mi facevano superare tutto . Di nuovo grazie grazie a tutti quanti .... Fabrizia Galmozzi bicicia per il mio Gigi
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Grazie Carlo, grazie Gigi