È al cinema in queste settimane The Quartet, film diretto da Dustin Hoffman e ambientato in una casa di riposo per musicisti, dove si ritrovano tanti ex cantanti d'opera ormai non più in attività. E nella casa di riposo si ricordano dei bei tempi andati, rievocano spettacoli, tournee e allestimenti.
Ecco, forse ci vorrebbe una casa di riposo anche per critici musicali, dove tutti, tenendosi per mano, possano sospirare sull'epoca del bel canto e dire la propria dose di banalità quotidiane.
Certo, prima di tutto i giornalisti in questione dovrebbero ammettere di non avere più nulla da dire. E questo non è per niente facile, basta vedere questo video di Mario Luzzatto Fegiz per rendersene conto.
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L'articolo Mario Luzzatto Fegiz illumina il mondo dicendo che non ci sono più le canzoni di una volta di Marco Villa è apparso su Rockit.it il 2013-02-18 16:52:57
COMMENTI (4)
Altro che casa di riposo, dovrebbero essere tutti così. Non voglio fare il nostalgico, ma oggi il livello si è abbassato tantissimo. Prendetene uno qualsiasi di oggi, anche il migliore per voi e paragonatelo a Battisti/Mogol o a Dalla (per non scomodare tutti gli altri). Regge il confronto?
Beh direi che Fegiz dice una grande verità.
L'italia (ed il bel canto) ha una tradizione robustissima di frasi, stili (e tecniche) musicali che sono squisitamente un marchio di fabbrica Made in Italy. Ed oggi non solo non vengono valorizzate, ma addirittura denigrate.
Per carità uno è libero di scrivere musica ispirandosi a Ravi Shankar, mischiandolo con gli Ensturzende e cantandoci sopra come Diamanda Galas; ma credo che oggi questo non interessi più: non è più contaminazione, questa è musica fatta come i LEGO: copi, tagli e cuci.
Una volta, forse, quando Gershwin prendeva la nave per raggiungere l'europa e conoscere la musica sinfonica, per poi trasmetterla al blues... beh questo ha prodotto della musica immortale... ma oggi scaricarti un pò di musica world, buttarci su un loop di batteria e cantarci sopra è peggio che fare Karaoke!
Almeno per quanto riguarda l'Italia, o meglio l'Italia che va a Sanremo... ha pienamente ragione.
ma era in collegamento dalla casa di riposo?