Il mercato discografico italiano sembra essere in buona forma, almeno stando ai dati raccolti da Deloitte e resi noti in questi giorni da FIMI. Nel 2015 è stato registrato un incremento dei consumi del 21%, per un fatturato complessivo di 148 milioni di Euro.
Il digitale, come già accade nel resto del mondo, risulta uno dei settori più in crescita (41% contro il 38% del 2015). Circa la metà di questo mercato è rappresentata ormai dai servizi di streaming che hanno compiuto nell'ultimo anno un salto in avanti del 63%. Gli abbonamenti premium hanno generato guadagni per oltre 26 milioni di Euro, testimoniando come un numero sempre più crescente di ascoltatori inizi a preferirli ai servizi free. A questa crescita dello streaming fa da contraltare il calo dei download, scesi del 5%.
Il mercato fisico sembra passarsela molto bene: la vendita dei cd ha portato in cassa circa 88 milioni di euro, e risulta in crescita del 17%. Buona parte di questi dischi sono ovviamente di artisti italiani, che nel corso dell'anno hanno dominato quasi perrenemente le classifiche di vendita. Come fanno notare anche da FIMI, su questi dati di vendita hanno inciso anche i percorsi promozionali degli artisti, che includono ormai come tappa obbligata quella degli instore. La vendita del vinile è cresciuta del 56%, e rappresenta ad oggi il 4% del mercato totale.
"La fotografia del mercato 2015 mostra un consumo trasversale da parte dei fan di musica", ha commentato il CEO di FIMI, Enzo Mazza, "dove adulti e teenager scelgono spesso in maniera indifferente tra i vari formati, dallo streaming sullo smartphone, al CD o la versione deluxe di vinile".
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L'articolo Il mercato discografico italiano in crescita del 21% nel 2015 di Marcello Farno è apparso su Rockit.it il 2016-04-01 14:36:00
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