Ah che bello ghe s'era el MI AMI. Questo vi dice lo Zio Matto dal futuro. Matto vero quello, Matto nave. Quel tossico di mio nipote mi ha regalato uno Smartfons, l'ha zanzato in stazione, e anche lo zio matto oggi si è messo a giocare con Face App. Vi siete stancati di vederle in giro eh? Chiaro, ma sticazzi, che per una volta è qualcosa di divertente e con cui giochiamo tutti, e non il pulcino Pio. Poi dai, un giorno ancora e basta.
Lo zio allora ha portato tutti i suoi amici con lui nel futuro (che si trova verso Macerata, ndr), ed ha fatto una macchinata verso il MI AMI 2050. Ha preso un traghetto fino all'Idroscalo per andare al Magnolia 9000, che nel 2050 ci arrivi comodo comodo in barca. In fondo siamo in pieno Armageddon climatico, Milano 2050 ha il problema delle grandi navi di Venezia e Venezia il problema di Atlantide. Il MI AMI però è rimasto sempre lì, ora è un festival in riva al mare. Però non suona più nessuno, la musica la fanno gli ologrammi coreani, e viene pure figa. Molto più figa degli altri, così la gente ascolta gli ologrammi e non i concerti veri, che non sai mai come possono andare. Tranne al MI AMI, al MI AMI suonano ancora tutti. E sono sempre gli stessi, che a suonare ci sono solo loro.
Giorno uno. Paghiamo in Zio Matto coin (nel futuro puoi farti la tua criptovaluta, era molto divertente all'inizio ma ha fatto implodere il sistema finanziario mondiale 'sta cosa) l'abbonamento e via. In cassa sempre gli stessi, Acty che s'appoggia e Jack ha un esoscheletro adesso.
C'è Giorgio Poi, suona per primo, o almeno ci prova. Nel vederlo tenere su la chitarra senza bisogno di una mano, e sedendosi solo ogni due o tre brani, sale a tutti un po' di invidia. Ma sono le 17, ed oltre ad essere ora della terza pillola, è anche ora di iniziare a bere qualcosa. Un cordialino magari, e 'na partita a carte sotto gli alberi.
Lui è Bugo, asso sul palco e infallibile nella briscola a cinque. Ma solo se gioca insieme allo Zio Matto. Squadra uno, via. Squadra due: già al tavolo Alessandro, l'artrite più creativa dell'adriatico, lo raggiungono Enrico, il deambulatore terrible di Pordenone e Dario, il poeta calabrese che dice oplà quando si siede. È al terzo disco in cui parla solo di lavori in corso, pare il prossimo esca per Autostrade per l'Italia.
La partita viene interrotta da un colpo di catarro. Fortino. Appoggiato su un muretto il Keith Reichards della trap, Ketama 126, tutti lo davano club 27 e oggi è quello messo meglio. Solo che ogni tanto deve sedersi e dare due tirate di broncovaleas. Un po' come broncodilatatore, e un po' in memoria dei vecchi tempi.
Stava parlando con Vasco. A caso.
Stasera è un grande giorno per tutti, dopo aver vissuto a New Fregene (ex Los Angeles) per l'ultimo decennio, Silvano torna su un palco di Milano. Aò Silvà! Grande er Coez..
A salutarlo come se fossimo al Trastevere non è stato nessuno di noi, che ancora stavamo finendo una partita. Ma quei due dietro, Carlo e Franco. Franco, si è scoperto, non ha mai imparato ad invecchiare, pur avendoci provato molto. (rega su questa l'app non me lo riconosceva)
Un altro che in questi anni non è mai invecchiato? Orso. Tutti gli altri invece sì.
Ci alziamo tutti, in fondo siamo al MI AMI ora, e siamo venuti a sentire gli amici. I Canova iniziano a salire,data speciale per loro, per il trentennale di Vivi Per Sempre. Al merch vendono la "tocchiamoci i coglioni 30th anniversary edition".
Va chi c'è, Tommi e Leo!
La nostra Patti Smith inaugura il palco Space X. In collinetta, Angelica.
Clavdio segue sul palco.
Dopo di lui, Frah Quintale sul main stage mentre lancia un menisco sul pubblico. Era l'ultimo, e da quella posizione non si sarebbe mai alzato.
L'ex ministro Pippo Sowlo ci raggiunge da Roma a sorpresa, pensavamo tutti fosse a Ostia.
Giovanni Truppi è l'unico di noi che sta ancora in piedi da solo, beato lui.
Per Andre ovviamente non cambia molto.
Il tempo scorre da troppo, tanto che non lo sentiamo più, e ne sono passate in questi trent'anni. Pensavamo la bolla sarebbe scoppiata, poi cresciuta, oppure cambiata. No, è rimasta sempre qui, sempre uguale. Ora, la festa finale. Sul palco insieme Massimo Pericolo, Mahmood, Sfera Ebbasta. Dirige l'orchestra Dardust.
Per la grande chiusura, Massimo Pericolo. O Giorgio Canali.
Non ci avremmo creduto ci saremmo visti ancora tutti. Siamo stati bravi, e si sta bene qui nel 2050. Il merito è nostro, e di uno che ha fatto un patto col diavolo sul non invecchiare, restare fedele e crederci sempre. Ubriachi di vino, all'ultima pillola, prima che tutto chiuda alle 23:00, ci giriamo tutti un po' dietro. Non lo avevamo visto per tutto il giorno, quando due occhi svegli, una faccia buona e un sorriso cazzone spuntano dietro il gazebo. Ancora lì, il direttore artistico, Carlo Pastore.
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L'articolo MI AMI 2050: come saremo di Zio Matto è apparso su Rockit.it il 2019-07-17 10:17:00
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