Magazzino Tecnologico Italiano: la nostra nuova rubrica sulla tech house italiana

Una cinquina di artisti tech house che dovete assolutamente conoscere, rigorosamente in ordine sparso e senza classifiche

26/09/2017 - 11:15 Scritto da Danilo Giordano

Inauguriamo una nuova rubrica intitolata “Magazzino Tecnologico Italiano” tutta dedicata alla musica italiana techno ed house. Il nostro obiettivo è quello di darvi una panoramica sul quel genere che per brevità chiameremo tech house, ma che contiene un sottobosco affascinante di sottogeneri e variazioni sul tema, oltre ad un nutrito elenco di producer e dj nostrani molto importanti e noti in tutto il mondo.

Ogni puntata vi presenteremo una cinquina di artisti che dovete assolutamente conoscere, rigorosamente in ordine sparso e senza fare classifiche. Cominciamo con:

Hollen

Con il singolo cadenzato e regolare nel battito nominato (guarda caso) “Jingle Vibe”, Hollen si rifà vivo quest’anno sulla scena tech house privilegiando, in questo caso, una cassa non troppo minimalista. Tra i protagonisti della zona di Salerno e Napoli, la vena creativa del giovane classe ’88 è comunque già ricca di variegate produzioni nel corso degli anni scorsi. Sempre quest’anno, comunque, con gli ep “Acidizer”, “Bitrate”, “Neutron”, “Cyclop” e “Grimebox” la musica proposta è sempre tendente all’essere ridotta all’essenziale, tendendo a zero le sovrastrutture cantate e melodiche e strizzando fortemente l’occhio alla techno teutonica. Queste uscite sono un chiaro esempio in cui, per Federico Aniello, nome nascosto dietro l’appellativo Hollen, si finalizza l’incrocio con la techno.

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Sam Paganini

Dal Sud al Nord Italia, dal lato un po’ più tech house a quello più integralista e techno ma comunque non acceleratissimo in bitrate di Sam Paganini. Da Vittorio Veneto al Tomorrowland del 2014, questo produttore, comunque già conosciutissimo per gli appassionati del genere, si è circondato da un rispetto internazionale per la sua musica incavata e poco diaframmata nei suoni tanto da beccarsi l’appellativo di “Sexy Groovy Dark Techno”. In due anni cruciali per la sua carriera come il 2013 ed il 2014 è riuscito ad incastellare un duo di uscite del calibro di “Body To Body” e “Satellite” tanto da raggiungere la vetta della Beatport’s Techno Chart con il pezzo “Polyester”. Nel 2017, invece, si sottolineano le uscite “Candy / Skin” e “Desire / Mercury” e soprattutto il novello album “Zenith”. Il beat in questi è ultra potente e cavernoso, acceso ed autorevole. Roba per timpani profondi insomma.

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Marco Faraone

Quanto atmosferica e carica di giochi di drum machine è la linea compositiva di Marco Faraone? Dalla Toscana ai club oltre l’Europa, questo giovane produttore di casa nostra, grazie ad una sfilza di album ed ep ormai consolidatissimi, è già riuscito ad organizzare ed ultimare un tour di date per l’Italia con un ottimo seguito. Poco tempo fa, più di quattromila sostenitori hanno invaso una spiaggia in Sicilia per accaparrarsi un posto sotto al palco del “Marco Faraone and Friends”. Grandissimo merito del suo successo deve essere attribuito ad uscite come “Climax”, un surrogato di acid house, synth finemente digitali e percussioni sfiorate dal tribale. Nel 2017 ci propone poi l’uscita “Horizon”. House smorzata ma quanto mai magnetica.

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Ilario Alicante

Se la tech house italiana ha un punto di riferimento in continuo fluire questo è Ilario Alicante. Altro Toscano presentato oggi, bisogna collocarlo non più dalle zone lucchesi di Faraone ma occorre spostarsi stavolta verso la parte livornese. Sono almeno dieci anni che Alicante sputa fuori ep e singoli di una notevole soggezione e caratura. La scuola house di Chicago ha segnato profondamente lo stile di questo giovane artista (anche lui, classe ’88). Per quanto riguarda la parte techno, invece, quando è presente (più che spessissimo) questa è votata con una certa disinvoltura al mondo della trance lenta ed acida mentre la cassa rimane solitamente sintonizzata con il “Warehouse” dell’Illinois. Ascolti consigliati: l’uscita “Awakened” di qualche mese fa se volete farvi accarezzare, in maniera garbatissima, da una delicata darkstep mentre “Virgo Storm” per chi fosse interessato ad una frequenza di cassa maggiorata, più techno, ma comunque ancora non eccessivamente oppressiva.

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Lerio Corrado

Se del Vesuvio tutti abbiamo paura di una sua possibile eruzione, nessuno si spaventerà quando la scena techno ed house napoletana, rigonfia e crescente, sarà pronta ad esplodere sulle riviste a tema. Tutto ciò succederà in un futuro tutt’altro che troppo remoto. Come Hollen, anche Lerio Corrado fa parte di questo calderone con personalità. È da più di dieci anni che lì da quelle parti, infatti, un grande movimento musicale si è sviluppato ed adesso è pronto ad essere accolto e riconosciuto ufficialmente anche dalla ribalta internazionale. Corrado è collocato in questa scena sin dalla sua nascita. Da “Parts Of Rhythm” del 2008 all’ultimo “Little Helpers 274” si sono susseguiti per il suo conto quasi trenta diverse uscite tra inediti, remix e diversi ep in un connubio tra trip house, progressive house, deep techno e pura tech house. Suoni raffinatamente modellati e spesso ridotti all’essenziale, campionature semplici e sintetizzazioni quanto mai efficaci fanno di Corrado uno dei produttori più interessanti nella produzione composita di stili all’interno dei club in Italia.

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“Magazzino Tecnologico Italiano” tornerà tra due mesi, vi anticipiamo che uno dei prossimi approfondenti sarà dedicato ad Enrico Sangiuliano. Non perdetevelo.

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L'articolo Magazzino Tecnologico Italiano: la nostra nuova rubrica sulla tech house italiana di Danilo Giordano è apparso su Rockit.it il 2017-09-26 11:15:00

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