Qual è lo stato di salute della musica live in Italia? Ce lo chiediamo spesso. Lo facciamo organizzando un festival tutto nostro, raccontandovi di concerti su e giù per lo stivale, ascoltando e dando voce alle parole di artisti, pubblico e addetti ai lavori.
Al netto delle opinioni, lo strumento più efficace per tracciare un quadro completo ed esauriente di questa situazione è senza ombra di dubbio rappresentato dai numeri: dati e statistiche raccolti da coloro i quali lavorano per offrire musica dal vivo oggi in Italia.
Parliamo di live club, e nello specifico di quelli che fanno parte del circuito KeepOn, che da dodici anni lavora per costruire una rete tra i diversi locali presenti nel paese. Alla fine della stagione indoor 2015/2016 KeepOn ha inviato a gestori e direttori artistici un questionario con l'intento di fotografare l'andamento delle loro attività. I risultati ottenuti permettono di avere sotto gli occhi un quadro che, seppur parziale, è molto esplicativo dello stato di salute di cui sopra.
Partendo proprio dal numero di live club censiti da KeepOn, si registra una crescita del 10,3% rispetto alla stagione 2014/2015, con 279 luoghi di esibizione indoor, tutti dotati di un impianto residente, di un palco e di una programmazione continua fatta di artisti che propongono musica originale. Se aumentano gli spazi, si riducono però le loro dimensioni e la loro capienza: la superficie media è passata da 210 a 195 mq, mentre la capienza si è ridotta da 300 a 240 unità. Dati che testimoniamo come nel mercato odierno si preferisca investire su delle strutture medio/piccole, che risultano economicamente più sostenibili.
Un altro dato molto interessante è quello relativo alla quantità dei concerti settimanali e al numero di artisti coinvolti in questi. Se il numero di live a settimana resta più o meno invariato, passando da 600 a 605, aumentano del 28,8% gli artisti che in media salgono sui palchi dei live club di KeepOn, passando da 980 a 1.378. Questo cosa significa? Che a livello artistico c'è una domanda in crescita, a fronte di un'offerta ormai ferma. Aumenta quindi il numero delle band di supporto coinvolte nelle singole serate, una situazione che comporta in media una riduzione dei guadagni procapite per artista.
A diminuire è anche il personale tecnico impiegato nei locali (-33,3%), per un numero che oscilla attorno alle 10 persone di media. Le ragioni possono essere molteplici anche in questo caso, e passano dall'aumento delle prestazioni non dichiarate al ricorso sempre meno frequente a figure tecniche specializzate. E il pubblico? Quello sembra aumentare e non di poco. Nell'ultimo anno infatti 6.578.000 persone hanno affollato i concerti nel nostro paese, il 12,4% in più rispetto all'anno prima.
L'aumento di pubblico comporta anche una maggiore diversificazione dei consumi al bar. Si calcola che i club italiani abbiano spillato infatti il 10% di birra in più rispetto al 2014/2015. Seconda bevanda più consumata è l'acqua (+8,58%), seguita da energy drink (più di 460mila lattine vendute). Tra superalcolici e analcolici a trionfare sono questi ultimi, segno di un cambio importante nelle abitudini delle persone, dovuto a un maggior attenzione nei confronti del portafoglio e anche ad una maggiore responsabilità nel consumo di alcol da parte del pubblico. Molti club hanno poi ampliato i loro servizi alla ricerca di nuovi margini di incasso. Si contano infatti 184 locali su 279 dotati anche di cucina, il 12,3% in più rispetto all'anno precedente.
Per quel che riguarda i dati regionali, l'Emilia Romagna si conferma la regione con il maggior numero di club iscritti al circuito KeepOn (se ne contano 47), seguita dalla Lombardia con 30 e il Piemonte con 26. Crescono anche Sicilia, Campania, Liguria e Toscana. Fanalino di coda sono Molise, Basilicata e Sardegna (rispettivamente con 1, 3 e 4 club registrati).
Il report di KeepOn conferma i numeri pubblicati a gennaio scorso da Italia Creativa, lo studio analitico sull’industria dello spettacolo italiana elaborato da Ernst & Young su commissione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. Lo studio, che prendeva in esame le annualità 2012-2014, ha stimato che il settore delle arti produce il 2,9% del PIL nazionale per un utile di 46,8 miliardi di euro. Il 50% dei quali derivano proprio dai ricavi di concerti, performance musicali e attività di ballo, tra i mercati più in forma nel settore musicale italiano.
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L'articolo Come se la passa la musica live in Italia? Ecco i dati di Marcello Farno è apparso su Rockit.it il 2016-06-17 13:34:00
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