KeepOn è il circuito di live club italiani che ogni anno si occupa di affrontare il tema dello stato di salute della musica live nel Paese. I loro report sono molto interessanti perché affrontano la questione dal punto di vista di tutti i protagonisti: locali, agenzie di booking, musicisti e pubblico. Nel 2016 la prima parte del loro report ha svelato dei dati importanti: l'aspetto più vistoso è forse quello riguardante il rapporto tra domanda e offerta. I concerti settimanali in Italia sono in media 605 (aumentati solo di 5 dal 2012, in cui erano 600), ma il numero di band attive è aumentato di oltre il 28%. Una grandissima offerta a fronte di una domanda ormai ferma.
La seconda parte del report è stata stilata dopo il raduno annuale dei live club organizzato tra Milano e Bologna il 15-16-17 settembre. Non solo un'occasione per un confronto diretto tra musicisti, direttori artistici, gestori di locali e agenzie di booking, ma anche musica dal vivo (Calcutta, Pierpaolo Capovilla, C+C Maxigross e molti altri) e premiazioni legate sempre alla dimensione del live (IOSONOUNCANE come Best Live Act 2016, Calcutta come Migliore Rivelazione e Fabio Rondanini come Miglior Musicista).
(IOSONOUNCANE dal vivo a Roma, foto di Silvia Cerri per Rockit.it)
A finire sotto la lente d'ingrandimento di KeepOn, è stata la situazione economica dei locali, per capire se l'attività live sia davvero sostenibile per i gestori a fronte di guadagni e spese. Su 279 club, 120 locali hanno aumentato il proprio fatturato rispetto all'anno precedente.
- 170 locali hanno un fatturato medio mensile inferiore ai €10.000
- 49 locali tra €10.000 - €20.000
- 48 locali tra €20.000 - €30.000
- 22 locali superiore a €30.000.
In 190 di questi non si paga l'ingresso, in 63 sì, mentre solo 26 usano un sistema misto, infatti solo il 15,64% dei finanziamenti arriva dai biglietti.
Per sostenersi quindi, i locali si affidano a fondi di terzi, principalmente sponsorizzazioni (38,4%), bandi (15,4%) e altre forme di finanziamenti (46,2%). Circa 220 locali nell'ultimo anno hanno partecipato a bandi. Questi dati sono in forte contrasto con quelli riportati da DMA, secondo i quali in Francia il 65% della fonte di reddito dei locali è data dalle istituzioni e fondi pubblici. Ancora una volta si dimostra quindi che la musica live, in Italia, non gode del giusto supporto da parte delle istituzioni.
(foto via)
Per quanto riguarda invece le spese da sostenere, sono pochi i locali che nell'ultimo anno hanno investito in grossi interventi di ristrutturazione: in percentuale, i gestori dichiarano di spendere di più per gli impianti audio/luci. In generale e in media, la spese per i cachet degli artisti non sono molto elevate: 203 spendono meno di € 5.000 al mese, mentre 51 ne spendono tra € 5.000 e € 10.000 e 25 oltre € 10.000.
La spesa media mensile per gli alloggi degli artisti è di circa € 679 al mese e di € 731 per il servizio SIAE.
Molto variabile il costo dell'affitto o della rata del mutuo, che va da zero a oltre € 5000, mentre la categoria più costosa per i locali è quella dei tecnici (fonici, luci, fotografi etc), che si attesta a € 8.672,76, mentre decisamente meno pesante è il costo del personale, € 2.754,52.
Infine, alla domanda su quali sono le spese aumentate maggiormente rispetto alla passata stagione, i gestori dei locali hanno risposto per il 35,7% Enel e gas, il 21,4% cibo e bevande, il 14,3% cachet dei gruppi, il 14,3% personale e servizi e il 7,1% in affitto e spese di SIAE.
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L'articolo Quanti soldi guadagnano i live club italiani? di Chiara Longo è apparso su Rockit.it il 2016-10-20 11:25:00
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