La notizia ha iniziato a girare ieri su Facebook, quando tanti amici e collaboratori hanno voluto condividere il loro affetto – e la loro incredulità – su quanto accaduto: il cantautore piemontese Gwydion Destefanis, in arte Nebbiolo, è scomparso. Gwydion aveva appena 29 anni, compiuti il 18 ottobre scorso, ed era al lavoro su un nuovo disco firmato Garrincha.
“Mi sono fatto mancare tutto, per non farmi mancare niente”. È così che Gwydion cantava in Università della strada, il brano più autobiografico del suo unico album, Un classico: Nebbiolo racconta i suoi quattro anni passati in giro per l’Europa a bordo di un camioncino, per racimolare, suonando, qualche soldo da investire nel suo progetto musicale. Una passione innata quella per la musica, trasmessa dai genitori e sviluppata grazie ai tanti strumenti che giravano in casa sua fin da quando era piccolo.
Gwydion a 22 anni viaggia tra Danimarca, Svezia, Olanda, Belgio e Germania, fa il cammino di Santiago in Spagna e supera anche i confini continentali, passando tre mesi tra Sudafrica e Madagascar. È in questo girovagare che Gwydion decide di prendere come nome qualcosa di tipico di casa sua, così da portare la sua terra sempre con sé. Per uno che è nato in una cascina in provincia di Alessandria, nella zona del Monferrato, è inevitabile andare a scegliere un appellativo legato all’enologia: Gwydion diventa così Nebbiolo.
Tornato a Torino nel 2017, Nebbiolo pubblica prima l’ep Pezzi d’uomo nel 2018 e, nel marzo dell’anno successivo, il suo unico disco, Un classico. Si tratta di musica malinconica fatta in casa, tutta suonata, cantata – assieme ad Alice Neri e alla partecipazione di Alessandro Burbank in Finale pazzesco – e prodotta da lui. Voce sgraziata e ruvida, profonda, sincera, con cui canta le sue sgangherate storie d’amore, sopra batterie elettroniche, chitarre tra la psichedelia e il jazz e synth vellutati, un Negroni sbagliato in cui si mescolano Bugo e i Beach House, Giorgio Poi e Mac DeMarco, le pedalate per le ciclabili di Amsterdam e il deciso sapore dei rossi piemontesi.
Nebbiolo aveva da poco iniziato il corso d’autore presso il Centro Europeo di Toscolano di Mogol, che si era aggiudicato grazie alla vittoria del premio per miglior testo al Bologna Musica d’Autore del 2019 con la canzone Più ci penso. Purtroppo, poco dopo l’inizio di questa esperienza, Gwydion ci ha lasciati, in questo 2020 che non ci vuole dare tregua e in un novembre ancora più grigio.
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L'articolo Ciao Nebbiolo, non ci hai fatto mancare davvero niente di Redazione è apparso su Rockit.it il 2020-11-02 15:35:00
COMMENTI (1)
Ciao Nebbiolo, mi dispiace.