Il mio progetto musicale, "Alfonso Cheng", nasce nel 2020, proprio all'inizio della pandemia, ma le sue radici affondano molto più indietro nel tempo. Ho iniziato a suonare il basso a 16 anni in diverse band, un'esperienza che mi ha formato e mi ha messo in contatto con altri musicisti. Tuttavia, trovare persone con i miei stessi gusti musicali è stata una sfida. Nocera e, più in generale, la provincia di Salerno hanno giocato un ruolo cruciale nella mia evoluzione artistica: la difficoltà di incontrare affinità musicali mi ha trasformato in una sorta di insegnante per chi suonava con me, condividendo generi e influenze che altrimenti non sarebbero entrati nel panorama locale.
Nel 2020, l’anno della svolta, ho iniziato a produrre le mie prime tracce e a scrivere canzoni. Durante quel periodo, spesso uscivo in bicicletta alla scoperta degli angoli più periferici di Nocera, luoghi che non avevo mai visto prima. Il mio primo disco, BUVARI 1990, prende il nome dal quartiere "o buvero (il borgo)", dove ho vissuto la mia adolescenza e dove, a 17 anni, ho tenuto il mio primo live con una delle mie prime band.
Le mie influenze musicali sono variegate e raccontano il mio viaggio artistico. Nel 2020 ascoltavo principalmente El Último Vecino, VVV [trippin'you] e Molchat Doma, mentre a 16 anni ero in fissa con i Ramones, i Radiohead e, sorprendentemente, gli Eiffel 65. Il mio processo creativo parte sempre da una melodia: le idee migliori mi vengono in macchina o in bagno, in momenti di relax o di distrazione. Solo dopo costruisco la base musicale, lasciando il testo per ultimo, un elemento che si incastra con la musica già definita.
Il momento di consapevolezza, quello in cui ho capito che la musica sarebbe stata il fulcro della mia vita, è arrivato durante un concerto a Parma. Quattro ragazzi hanno affrontato un viaggio di due ore e mezza da Padova solo per vedermi suonare. Questo gesto è stato una conferma del valore della mia musica e della connessione con il pubblico.
Nocera e la sua cultura popolare hanno un peso fondamentale nella mia musica. Nonostante sia conosciuto come artista nella mia città, pochi sanno effettivamente che tipo di musica faccio. Questo disinteresse generalizzato, però, diventa una spinta creativa, una linfa vitale per scrivere e produrre. I miei nonni, cantanti napoletani della vecchia scuola, hanno influenzato il mio stile e il modo in cui vivo la musica.
Rituali e live: un’esperienza hardcore
Quando compongo o registro, ho bisogno di stare da solo nella mia stanza, lo spazio dove tutto ha avuto origine. I miei live, invece, stanno prendendo una piega sempre più hardcore, con crowdsurfing e pogatori provinciali che si scatenano durante i concerti. Questo mi entusiasma e mi fa capire che il pubblico percepisce la mia musica come autentica e genuina, non costruita a tavolino.
Se c'è un concetto che voglio trasmettere con la mia musica, è uno solo: Nocera Wave. Chi vuole approfondire, sa dove cercarlo: su Instagram, nei testi delle mie canzoni, nei suoni e nelle atmosfere che raccontano la mia terra.
La mia evoluzione artistica: un Pikachu che non vuole diventare Raichu
Quando parlo della mia crescita musicale, uso un'immagine evocativa e ironica: Pikachu che dovrebbe evolversi in Raichu, ma non vuole farlo. Un'evoluzione controllata, senza perdere l'essenza, senza cedere a compromessi. La mia musica continua a cambiare, ma sempre restando fedele a me stesso e alla mia visione artistica. Il mio viaggio è solo all'inizio, ma ho già dimostrato di essere un artista autentico, capace di trasformare le difficoltà in ispirazione e di far vibrare la mia città natale attraverso il suono della Nocera Wave.
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L'articolo La Nocera Wave e un viaggio musicale autentico di Alfonso Palumbo (Alfonso Cheng) è apparso su Rockit.it il 2025-01-26 14:08:00
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