Sono passati due anni e sono tornati: Le Capre a Sonagli continuano a soprendere e a soprenderci dai primi passi che hanno mosso negli anni duemila, nella loro Bergamo.
Dal 2017 entrano a far parte della grande famiglia di WoodWorm con cui producono anche "CANNIBALE", ultimo lavoro, prima di aprire le porte a questo nuovo progetto dal titolo Garagara Yagi in uscita l'8 marzo e in anteprima a casa Rockit da oggi.
Un titolo che promette solo cose strane ma bellissime, contenitore di vita quotidiana raccontata con la sfacciataggine e la sincerità che li caratterizza: droga, alcool, lavoro e soprattutto necronaif quella tendenza a vedere la morte in maniera beffarda e come un ciclo continuo di cose che si rinnovano, bella.
Il genere, nel senso specifico della parola, non appartiene alle Capre a Sonagli, che non stanno comodi in nessun contenitore ben preciso ma giocano, anche in questo album, con il rock, il blues, stoner e tante altre cose che messe insieme funzionano, arrivano e colpiscono dritto, senza sbagliare mira. "Becchino", "Elettricista", "Spacciatore", "Cocktail" la formula è essenziale per descrivere e raccontare quello che vediamo intorno a noi tutti i giorni: persone, personaggi, le cose o le situazioni, a dimostrazione che la società in cui viviamo, del hic et nunc, rimane sempre il miglior oceano da cui pescare ispirazione.
Accanto a loro per produrre queste 8 tracce c'è stato Tommaso Colliva che racconta questo disco come una creatura nata da "un frutto di un paio di anni fatti di esperimenti, prove, errori, cose nuove, cose vecchie, strumenti, chiacchiere. Il tutto alla ricerca di un suono personale che rappresentasse a pieno una band unica, a partire dal nome”.
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L'articolo Le Capre a Sonagli sono tornate e non disdegnano per niente la morte di Chiara Lauretani è apparso su Rockit.it il 2019-03-06 14:24:00
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