Gli otto passi nel delirio di Denis The Night & The Panic Party

Il collettivo italoinglese, dopo le ansie e le paure del lockdown, riversa gli incubi vissuti nell'ultimo anno e mezzo nell'ep e nei video di "Protosongs", un rave dell'orrore da cui è impossibile fuggire. La colonna sonora perfetta del dramma pandemico, tra cyber-distopia, psichedelia e acid house

Eleonora Fiorani e Nicola Sbrozzi di Denis The Night and the Panic Party - foto stampa
Eleonora Fiorani e Nicola Sbrozzi di Denis The Night and the Panic Party - foto stampa

Sta tutto qua, nascosto nel nome: Denis The Night & The Panic Party. Loro li conosciamo da un po’, in particolare il loro disco del 2016 Cosmic Youth si era rivelato una gran bella scoperta all’epoca, in cui la commistione di dream pop, shoegaze, elettronica e psichedelia ci aveva fatto perdere completamente la testa. D’altronde, se entri nell’orbita di un’etichetta di culto come l’inglese Wall of Sound, forse qualcosa di giusto nella vita l’hai fatto. Ma è ora che il Panic Party sembra star prendendo davvero la sua forma: è da poco uscito Protosongs, nuovo ep del collettivo fondato da Eleonora Fiorani, Nicola Sbrozzi, Alessandro Gobbi e dal visual artist Eddie Plex.

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Protosongs è un ep di 8 brani dalla durata di poco più di 20 minuti, in cui paranoie e incubi vengono frantumati, rimescolati tra loro e sparati fuori in un flusso ossessivo, esasperandone le vene più oscure e sadiche. Quella dimensione eterea che aveva un suo ruolo forte all’interno dei primi lavori della band viene spazzata via da una serie di raccapriccianti visioni cyberdistopiche condensate tra loro, in una sorta di ansiogeno rave industrial, inframezzato da scariche techno, acid house e punk funk. Quei richiami ai Nine Inch Nails e ai Depeche Mode più dark che facevano capolino in Cosmic Youth ora diventano la colonna portante del loro progetto, la lente attraverso cui osservare il frenetico mondo in cui ci troviamo.

L’ep è accompagnato da 8 video, uno per traccia, che rispecchiano visivamente il sentimento di ansia costante suscitato dalla musica. Si tratta di immagini della contemporaneità che vengono frammentate, polverizzate e sovrapposte creando una sorta di blob dell’orrore, come se fossero state masticate e rigurgitate in una poltiglia di perversa psichedelia. Ma questo non perché siano immagini raccapriccianti di per sé, quanto per come il lavoro di collage visivo e sonoro diano pochi punti di riferimento e portino in uno stato di confusione totale, lasciando spazio alle suggestioni interne più angoscianti di ognuno di noi di manifestarsi. Una distorsione cronenbergiana passata per il frullatore a cui si tenta di ridare un ordine, cercare un senso che possa spiegare il perché di questo incontrollabile magma.

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L’aspetto focale di Protosongs è come rappresenti al meglio quello che il momento più duro e buio del lockdown, una prigione in cui ci si ritrova rinchiusi con sé stessi e non c’è modo di scappare dai propri demoni interiori. È una condizione che abbiamo cercato di nascondere in tutti i modi, raccontandoci che ce l’avremmo fatta, che sarebbe andata tutto bene, che uniti ne saremmo usciti migliori, frasi di un ottimismo fin irritante che oscuravano il dramma interiore che molti si sono trovati loro malgrado a vivere nell’ultimo anno e mezzo. L’ep diventa quindi una panic room in cui riversare tutte quelle emozioni di ansia, frustrazione, persino terrore che già possono assalire chiunque in una situazione normale, tanto più in uno dei periodi più assurdi mai vissuti dagli anni 2000 a oggi.

Quello che Denis The Night & The Panic Party fanno non è una celebrazione di questo stato di agitazione interna, ma una analisi quasi asettica di una condizione mentale di pura instabilità, che dal singolo si propaga alla collettività. Diventa la colonna sonora di un isolamento insostenibile, in cui ha senso parlare di “panic party” come di un momento di massima psicosi. Come se steste ballando in discoteca e la musica iniziasse a collassare su se stessa in un processo di progressiva marcescenza e voi foste costretti a stare lì, bloccati in mezzo alla pista senza la possibilità di fuggire. Un po’ come le immagini che vediamo in Proto 2: Feel, boy., tra le tracce più significative dell’intero ep.

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Protosongs è solo il primo esperimento di questa nuova svolta della band anglo-marchigiana. Già è prevista l’uscita di un nuovo album, dal titolo Megaevo, che dovrebbe proseguire nel solco allucinato di questo ep. E che potrebbe trascinarci in una spirale ancora più profonda e spettrale, grazie al suo modo così diretto di indagare l’incubo postmoderno e di trarne fuori qualcosa di contemporaneo, concreto e sadicamente affascinante.

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L'articolo Gli otto passi nel delirio di Denis The Night & The Panic Party di Vittorio Comand è apparso su Rockit.it il 2021-07-29 10:54:00

Tag: ep

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