La scorsa settimana è stata pubblicata un'intervista video a Red Ronnie per Fanpage, in cui esplicitava con parole abbastanza forti e chiare la sua avversione nei confronti del meccanismo dei talent show musicali. Questo mondo, secondo Red Ronnie, finisce per soffocare la musica e spinge i veri talenti a cambiare mestiere.
Un business telesivo, le cui prime vittime sono i partecipanti, ragazzi sfruttati e sacrificati sull'altare per 60-70mila copie vendute, e poi "fuori dai coglioni", che finiscono a firmare autografi nei centri commerciali.
Il tutto guidato spesso da votazioni truccate, come quella a cui lui si rifiutò di cedere nel 2001, in cui lasciò che a vincere per merito fossero i Negramaro e non un'altra band spalleggiata dalle major perché più vicina (geograficamente) a Milano, dando così il via alla loro ascesa musicale.
L'intervista, pubblicata una settimana fa, ha avuto migliaia di condivisioni, ma Red Ronnie sulla sua pagina Facebook ha polemizzato con Fanpage, rea di aver tagliato le sue dettagliate analisi sul mondo musicale odierno, lasciando nella versione finale dell'intervista solo le frasi ad effetto, le pietre lanciate contro il sistema insomma.
Tutto molto giusto, ma davvero avevamo bisogno di Red Ronnie per sapere queste cose?
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L'articolo Il video in cui Red Ronnie spiega come i talent stanno uccidendo la musica di Redazione è apparso su Rockit.it il 2016-03-24 14:30:00
COMMENTI (3)
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Meno male che c'è qualcosa che uccide la musica italiana. Fa schifo
"..ma davvero avevamo bisogno di Red Ronnie per sapere queste cose?"
Io piuttosto mi domando come mai Rockit non scelga di prendere una posizione tramite una scelta "politica" che potrebbe notevolmente spostare l'ago della bilancia, scegliendo di non scrivere più nessun articolo che in qualche modo ragguagli, aggiorni, informi ed in generale parli di ciò che succede o meno nei talent show.
Non sarebbe più utile che porsi domande retoriche alla fine di un articolo che non è nemmeno firmato?
P.S. che non c'entra:
Che carino vedersi scartare uno dietro l'altro il consenso alle recensioni dei propri dischi avendo all'attivo una discografia di 12 album che evidentemente costringerebbe il "recensore" di turno ad un'opera di informazione e di vaglio di cui evidentemente non gli frega un cazzo.
Sarà che il mio non è un nome altisonante uscito da un talent show?
Auguri a tutti