L’Ifpi (International Federation of the Phonographic Industry) ha commissionato alla Ipsos Connect una ricerca internazionale sui comportamenti dei consumatori di musica. Condotta con utenti online di età compresa principalmente tra i 16 e i 64 anni, residenti nei 13 Paesi più importanti per il mercato musicale (Australia, Brasile, Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Messico, Sud Corea, Spagna, Svezia, UK e US), i risultati dello studio mostrano come lo streaming stia prendendo sempre più piede.
Come si nota nella tabella, il 90% degli intervistati ascolta musica in streaming attraverso uno smartphone, e le piattaforme video raggiungono più della metà del tempo dedicato all’ascolto della musica on demand. Per quanto riguarda l’Italia, la quasi totalità degli utenti attivi online (98%) consuma musica in licenza, e il 46% ha pagato per gli ascolti negli ultimi sei mesi.
La radio mantiene un ruolo importante a livello internazionale, con un buon 44% del tempo riservato all’ascolto, mentre il consumo dello streaming via mobile cresce rispetto al 2016 (dal 68% al 73%), sottolineando come ben il 90% di chi ascolta musica in streaming utilizzi come mezzo proprio lo smartphone (commento personale: spero con le cuffie o con le casse). Per quanto riguarda i giovanissimi, nella fascia di età compresa tra i 13 e i 15 anni il 77% utilizza lo streaming, e solo il 34% usa servizi a pagamento.
Come avevamo già detto, il ruolo delle piattaforme video è davvero centrale: Youtube conquista il 46% delle ore passate ad ascoltare musica on demand, e un intervistato su 4 ammette di non pagare un servizio streaming perché può trovare tutto su Youtube. Qui è possibile leggere l’intero rapporto, pubblicato da FIMI.
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L'articolo Sempre più streaming: i dati della ricerca sul consumo di musica nel 2017 di margherita g. di fiore è apparso su Rockit.it il 2017-10-13 09:41:00
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