L'idea è suggestiva e la suggerisce il New York Post, che rivela come tra i possibili compratori di EMI figuri anche Sean Parker (nella foto), ovvero uno dei fondatori di Napster - e già presente nei primi mesi di vita di Facebook, come insegna il film "The Social Network". Non sarebbe una novità per Parker, visto che qualche mese fa cercò di comprare Warner, venendo però bruciato da Lev Blavatnik, finanziere russo anch'egli in lizza per EMI.
In caso di successo, si tratterebbe di qualcosa di simbolico e del tutto inimmaginabile una decina di anni fa. Da sempre, infatti, le case discografiche statunitensi sono state le più agguerrite avversarie dei programmi di peer to peer e di file sharing. Proprio Napster è individuato comunemente come il progenitore di tutti quei software che, in questi anni, hanno permesso la condivisione illegale di miliardi di file e - in parte - la fine dell'industria discografica così come la conoscevamo.
Napster nel tempo si è dovuto difendere da cause e processi di ogni tipo, fino a capitolare, trasformandosi in un servizio a pagamento perfettamente in regola con le leggi sul diritto d'autore e alla vendita da parte dei fondatori Shawn Fanning e - appunto - Sean Parker.
In questa operazione, Parker non sarebbe il principale finanziatore, ruolo ricoperto dal miliardario Ron Burkle, ma in caso di acquisto è probabile che il suo incarico sia tutt'altro che marginale.
Ovviamente non sarà Napster in quanto tale ad acquisire la major, ma la situazione avrebbe comunque il sapore della beffa, rappresentando a suo modo un momento emblematico nella storia dell'industria discografica.
Per info:
goo.gl/TXmvf
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L'articolo E se Napster comprasse le EMI? di Redazione è apparso su Rockit.it il 2011-09-26 00:00:00
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