Johnny Mox e Above the Tree annunciano di essere al lavoro, assieme al Centro per l'immigrazione della Provincia Autonoma di Trento, su un progetto dedicato alle politiche migratorie dell’Unione Europea. Un vero e proprio laboratorio musicale dal vivo, che attraverso una serie di concerti-workshop organizzati nei centri profughi, si pone l'obiettivo di raccontare quello che accade ogni giorno non in mare, non ai confini del deserto, ma nelle nostre città.
Electro-tribalismo, hip hop, psichedelia, afro e gospel si fondono con la musica che risuona nella cuffie dei migranti respinti alla frontiera.
"Ci sarà una fase preliminare che si svolgerà presso alcuni campi profughi e punti d'incontro in Trentino, la seconda fase sarà quella di organizzare un tour e altre attività. L'obiettivo di questo progetto è quello di conoscere le storie dei migranti attraverso il linguaggio comune della musica" ci ha raccontato Johnny Mox. "La prima esperienza è stata qualche mese fa quando in un punto di incontro abbiamo improvvisato una jam usando come percussioni gli oggetti che erano lì - le sedie, per esempio. Gli ospiti hanno iniziato a suonare ed è stato più difficile farli smettere che farli cominciare".
Sul palco assieme a Mox e Above the Tree ci saranno di volta in volta musicisti di ogni estrazione e provenienza in un vero e proprio laboratorio-live di Stregoneria, nel tentativo di comprendere attraverso il linguaggio sonoro quello che sta accadendo dentro e fuori dai confini del continente.
Una colonna sonora che vuole raccogliere tutte le voci e le musiche di chi si sposta a fatica lungo i confini del Vecchio Contintente. Se da sempre la psichedelia ha a che fare con il viaggio, una fuga immaginaria talvolta esotica, Johnny Mox e Above the Tree compiono il percorso inverso, raccontando il viaggio vero, i primi passi faticosi di un percorso che è appena cominciato e che ancora non si è concluso. Per comprendere ancora meglio lo spirito dell'operazione, Mox cita un passaggio di Gabriele del Grande:
"Un giorno a Lampedusa ci faranno un museo. Come in America c’è Ellis Island, quando questi sbarchi finiranno, a Lampedusa verranno i figli, i nipoti di questa gente, a cercare negli archivi le impronte digitali, la fototessera dei padri e dei nonni. Qui si sta facendo la storia, ma non si coglie la gravità di quello che sta accadendo".
Intanto sono stati attivati un Soundcloud che raccoglierà l'attività di questa band dalla formazione fluida e una pagina Facebook per seguire le operazioni.
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L'articolo Stregoni: Johnny Mox e Above the Tree suonano coi migranti di Chiara Longo è apparso su Rockit.it il 2015-11-12 10:49:00
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