Tredici Pietro ormai lo conoscono tutti, ed è solo merito suo

Tredici Pietro fa rap ma è diverso da molti.

Quanto svantaggio ci può essere nell’essere un figlio d’arte? A quanto pare parecchio, la lotta al rispetto del proprio lavoro e della propria persona è un sentiero in salita e raggiungere una vetta dove sentirsi liberi di essere ciò che si vuole è un riscatto non da poco. Lo sa bene Tredici Pietro, San Lazzaro di Savena, flow da vendere e tredici amici come famiglia; un’altra cosa che si sa di Pietro è che il figlio di Gianni Morandi, non certo un nome che pesa poco sulle spalle. 

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“Capitolo 1: ho preso i miei coglioni e li ho stretti/ Non volevo il vostro aiuto, ma poi non lo cancelli/Porto un nome sulle spalle ed è un orgoglio, un fardello/ La fortuna porta pene, sai che sono un guerriero/ Poi di cosa mi lamento?/Vivo la vita che stai volendo senza godermi il prezzo/Senza sudare il posto, di cosa mi lamento?/Ma me lo sono scelto”

Outsider, ha deciso di intraprendere la sua strada nel mondo della musica in maniera autonoma, auto prodotta in qualche studio affittato con gli amici, perchè chi ci avrebbe mai creduto alla storia del figlio di Morandi che vuole giocare a fare il rapper? E invece ha zittito tutti. Suo padre pare sia venuto a conoscenza dei suoi pezzi una volta che erano già online su tutte le piattaforme digitali, di aiuto non ne ha mai voluto e l’esigenza di fare rap non è venuta da una famiglia dove la musica è sempre stata la protagonista, bensì da un’inclinazione naturale a doversi esprimere attraverso dei testi, che in seguito si sono unite alle basi e poi sono diventate canzoni. 

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Tredici Pietro non ama etichettarsi sotto una determinata scena o wave, le sue non sono solo barre ma molto più banalmente il suo modo di raccontarsi, non si definisce un trapper e non disdegna neanche lo scatolone dell'indie; non ci tiene particolarmente a rientrare nello standard immaginario del rapper con collana, tuta e tatuaggi. E' convinto che l'unica cosa che conti davvero sia la musica, anche i social non sono il suo strumento preferito. 

“Mamma scusa sono squilibrato”

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Fa rap perché quella è la sua chiave di lettura e si porta con sé l’eredità stilistica della scena che veniva dalla California degli anni ’90, gli stessi che provarono che anche dall’altra parte della costa si sapeva fare rap: DoggyStyle di Snoop Dog con la Death Row, Dr. Dre e gli N.W.A, Tupac Shakur sembrano essere i riferimenti principali di Pietro e nei suoi brani si sente; è proprio in questo particolare tratto stilistico che si distingue già da un’ampia fetta di rap contemporaneo.   

“Tredici Pietro, sono l'ultimo arrivato ma anche l'ultimo ad andarsene”

Assurdo è il suo album di debutto uscito quest’anno, dentro c’è la produzione di Mr. Monkey presente in ogni canzone e un unico featuring con Madame nel brano Farabutto

“Entriamo in voga, Sciccherie/ Entro per portarmi fuori di qui, eh/ Sul palco tredici follie/E nella notte maraville”

Prima di questo ci sono stati brani come Pizza e Fichi, Ricky e Morty e Piccolo Pietro che con l’avanzare della sua popolarità hanno toccato milioni di visualizzazioni anche su Youtube. Dalla strada della provincia bolognese, al riscatto ottenuto dopo anni di lavoro su stesso e la sua musica, agli amici che diventano essenziali, Pietro parla di tutto nei suoi testi, solo di una cosa ha ancora timore: dell'amore non accenna quasi mai nulla, forse perché come ha recentemente dichiarato in un’intervista “è una tematica di cui parlano tutti e va trovata una nuova chiave e poi l’amore è bello quando è triste”. 

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L'articolo Tredici Pietro ormai lo conoscono tutti, ed è solo merito suo di Chiara Lauretani è apparso su Rockit.it il 2019-09-26 16:50:00

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