Amici di Genova ci segnalano una notizia ormai di qualche giorno fa, ripresa dalla stampa locale.
Accade che in una frazione di Porto Venere un gruppo di artisti decida di organizzare, insieme alla gente del posto, una serata benefica in cui musica e poesia diventano il mezzo per una raccolta fondi destinata a due scuole bisognose di Vernazza e Monterosso.
Gli artisti, totalmente indipendenti, avevano trovato il sostegno anche di un commerciante, che aveva messo a disposizione i suoi locali per ospitare la serata. Tutte le esibizioni artistiche erano basate su opere originali degli artisti in questione. L'ingresso completamente gratuito, con la sola richiesta di un'eventuale offerta spontanea, destinata unicamente a raccogliere denaro per l'acquisto di materiale per i bambini delle due scuole designate.
Una serata vera, semplice. Di quelle che nascono per il bisogno di farle. Senza interessi, senza secondi fini. Semplice senso sociale che porta i cittadini a convergere verso valori comuni.
Purtroppo la serata è stata interrota all'improvviso, quando un addetto della Siae ha deciso di presentarsi per un controllo, chiedendo agli organizzatori di pagare la SIAE. Sembrerebbe infatti che le Cinque Terre siano ultimamente molto sotto controllo da parte della SIAE, ma è certamente curioso che, con i tanti locali da controllare, l'addetto si sia presentato ad una serata del genere.
Uno degli artisti coinvolti, il velista e poeta Giorgio Vacchetti, ha dichiarato all'edizione genovese de Il Giornale: "Doveva essere un qualcosa di bello per i bimbi delle Cinque Terre, ma ci hanno fermato come se fossimo dei criminali, ma era solo una serata per attivare la raccolta fondi, con un recital di musica, poesie e racconti nemmeno depositati in SIAE".
L'addetto SIAE non ha però concesso sconti, esigendo il tributo e bloccando la serata. Niente raccolta fondi, niente matite, nè libri per i bambini.
Certamente il signore che ha deciso di controllare la serata avrà avuto legge e burocrazia dalla sua parte per agire in tal modo, ma l'episodio aiuta, ancora una volta, a riflettere su quanto anacronismo regni in questo Ente. La SIAE ha recentemente dichiarato che tra i suoi buoni propositi ci sarà "il presidio del territorio e la conseguente eccellenza nella raccolta del diritto d'autore". Nessun dubbio che in questo caso il risultato sia stato raggiunto, resta da capire quali siano le logiche con cui la SIAE fissa le sue priorità e svolge il suo compito.
Dopo l'Enpals, forse è il caso che qualcuno, nelle stanze delle grandi manovre, cominci a buttare un occhio anche alla SIAE.
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L'articolo Triste SIAE: fa chiudere serata di beneficenza di Redazione è apparso su Rockit.it il 2011-12-04 00:00:00
COMMENTI (5)
sarebbe da verificare se chi ha dato in uso "gentilmente" il locale traeva utile dalle vendite del bar. Perchè so è così allora la cosa sarebbe anche capibile altrimenti tutti i bar metterebbero all'ingresso una cassetta con la scritta "offerta per l'unicef" evitando così di pagare qualunque tributo dall'enpals alla siae.
giusto per fare l'avvocato del diavolo ... che poi ci siano una marea di ispettori siae incompetenti questo si sa... basti pensare che a tutt'oggi ci sono quelli che dicono "se vai a suonare in un locale gratis basta che lo dichiari e non serve che fai l'agibilità"..
La Siae scodinzola intorno alle grosse case discografiche raccogliendo le briciole dei loro guadagni, che spesso arrivano attraverso raccolte casuali. Se è vero che gli artisti vanno tutelati, è anche vero che la musica e le arti non possono essere schiave di un cerbero decerebrato. Se voglio presentare un mio film, o masterizzare un dvd con materiale mio, devo pagare. Soldi che vanno alla siae e a qualche universal o simili... Serve chiarezza. La siae agisce come fosse il 1800.
La Siae va abbattuta, anche brutalmente, e in fretta.
Solo che voi continuate a foraggiarli iscrivendovi...
L'episodio, molto brutto, indica però anche il fatto che c'è molta disinformazione. Non credo l'ispettore Siae possa bloccare una serata; può redigere un verbale, e poi si vedrà ...
Se le musiche erano totalmente originali e non tutelate (non depositate in Siae), nessuno poteva esigere pagamenti di diritti.
Quando serve, alzate la voce contro gli ispettori: neanche loro sanno spesso cosa stanno facendo.
Amici di La Spezia, per essere precisi