Korn, Dream Theater, Alice Cooper, gruppi prog metal e band gothic industrial svedesi. No, non è la line-up del prossimo Gods of Metal, sono nomi e sonorità che hanno influenzato “Sono innocente”, il nuovo album di Vasco Rossi, in uscita il 4 novembre e presentato ieri in anteprima al Medimex di Bari. Una conferenza stampa aperta da questo elenco snocciolato dallo storico produttore Guido Elmi, per spiegare come Vasco abbia deciso di dare un seguito a quella “svolta metal” di cui si parlò tanto in occasione dei concerti della scorsa estate, quelli in cui la batteria aveva la doppia cassa. Un disco definito come riff oriented dallo stesso Elmi e in cui Vasco si riconosce perché - dice - il rock è qualcosa di estremo, che non conosce grigio, solo bianco e nero. Soprattutto nero, evidentemente.
L’apparizione di Vasco al Medimex inizia sulle note della title-track e va avanti per un’oretta scarsa, durante la quale si toccano argomenti che vanno dal ruolo delle rockstar (“Siamo quelli con i capelli gialli e gli occhiali grossi”) a quello del rock stesso (“Il rock è come il sesso: sono le uniche due cose divertenti che faccio senza ridere”), in un continuo saliscendi di attenzione e di energia. Vasco legge un appunto sul suo blocco, inizia a parlare, poi si perde via e va in caduta libera, finché non trova un altro appunto e si riprende. Un po’ come una conversazione tra clienti fissi di un baretto, che procede a sprazzi e senza una logica precisa, basata su input istantanei che si esauriscono in pochi secondi.
Nonostante Vasco dica di limitarsi a raccontare quello che vede, contraddicendosi un attimo dopo ammettendo di vivere piuttosto isolato dal mondo, purtroppo il contatto con il mondo sembra averlo perso. Almeno con il mondo musicale, visto che si perde in un’uscita piuttosto imbarazzante, in cui afferma che è diventato un grande del palcoscenico perché ha fatto la gavetta, ha suonato per anni senza che il pubblico davanti a lui lo considerasse il Komandante. Non come quelli di oggi, quelli che fanno una canzone e hanno già tutti ai propri piedi. Cito: “Oggi chi si trova a suonare davanti a gente che non lo conosce?”. Una frase che arriva come risposta a una domanda altrettanto agghiacciante di un giornalista che, sostanzialmente, sosteneva che la musica italiana fosse morta dopo Vasco Rossi. Ci sarebbe da incazzarsi, come minimo, visto che siamo all’interno del Salone dell’Innovazione Musicale, ma sarebbe tempo perso.
Sono discorsi da bar, di quelli in cui si parla di tutto, ma senza conoscere nulla.
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L'articolo Vasco Rossi contro i musicisti di oggi: "nessuno si trova a suonare davanti a gente che non lo conosce" di Marco Villa è apparso su Rockit.it il 2014-10-31 10:25:00
COMMENTI (71)
vasco sta come d'autunno, sugli alberi, le foglie
elmi r.i.p.
siamo solo di passaggio
il catering corrisponde a un hamburger e una birra
la scheda tecnica si fa per non mettere in croce i fonici
per m.aiello ed altri ..BASTA con i soliti fenomeni da popolino ...bisogna dare spazio anche ad altri ...quello che tu dici aiello "sicuramente un giorno nascerà un altro cantautore, ma difficilmente saprà essere un provokautore" ECCOMI ci sono io ...sono anch'io un cantante ...che oltre che ad essere compositore ed arrangiatore suono più di uno strumento mi scrivo musica e testi delle mie canzoni completamente da solo inoltre mi registro da solo e mixo le mie canzoni da solo e quindi sono anche un fonico da solo arrivo al CD da solo mi auto produco senza l'aiuto di NESSUNO senza turnisti senza coristi senza parolieri ecc ....BASTA con i soliti che hanno già incassato TROPPI denari che secondo me non se li meritavano proprio ...furono lanciati da qualche produttore che ben intui' i profitti che ci sarebbero stati nella vendita di dischi di immagine ecc...la vera arte è ben altro è quella che scaturisce dai disagi umani e dall'amore negato ....l'arte non c'è nelle canzoni come "Bollicine" chi ama questo genere di musica NON ha capito nulla dell'arte...e non ha una vera cultura musicale ..I.M.H.O. naturalmente...
Concordo pienamente con Marco Villa, almeno sulla frase relativa ai musicisti di oggi (il resto non mi interessa, non essendo un fans di Vasco), quelli che escono dai talent show sono una parte risibile rispetto alla produzione globale della musica italiana oggi. E tutti questi, o quasi (escludiamo quelli già affermati ovviamente), si trovano di fronte a difficoltà immani, non solo ad essere accettati da un pubblico sempre meno disposto a sperimentare sonorità nuove o nuovi approcci artistici (o addirittura la prosecuzione di tradizioni musicali fondamentali nella storia della musica, come il blues, il canto tradizionale, ecc.), ma pure per trovare luoghi da suonare, per riuscire a strappare coi denti i soldi dell'autostrada, di un panino "offerto" dai gestori dei locali. La pubblicità pagata profumatamente sulle varie riviste sotto forma di recensione spontanea, i costi di un disco ben fatto e tanto, tanto altro. E' triste vedere gente brava, capace di tenere il palco, elogiati pure dalla critica, di fronte ad un pubblico di 20 persone o poco più.
Concordo pienamente con Marco Villa, almeno sulla frase relativa ai musicisti di oggi (il resto non mi interessa, non essendo un fans di Vasco), quelli che escono dai talent show sono una parte risibile rispetto alla produzione globale della musica italiana oggi. E tutti questi, o quasi (escludiamo quelli già affermati ovviamente), si trovano di fronte a difficoltà immani, non solo ad essere accettati da un pubblico sempre meno disposto a sperimentare sonorità nuove o nuovi approcci artistici (o addirittura la prosecuzione di tradizioni musicali fondamentali nella storia della musica, come il blues, il canto tradizionale, ecc.), ma pure per trovare luoghi da suonare, per riuscire a strappare coi denti i soldi dell'autostrada, di un panino "offerto" dai gestori dei locali. La pubblicità pagata profumatamente sulle varie riviste sotto forma di recensione spontanea, i costi di un disco ben fatto e tanto, tanto altro. E' triste vedere gente brava, capace di tenere il palco, elogiati pure dalla critica, di fronte ad un pubblico di 20 persone o poco più.
Concordo pienamente con Marco Villa, almeno sulla frase relativa ai musicisti di oggi (il resto non mi interessa, non essendo un fans di Vasco), quelli che escono dai talent show sono una parte risibile rispetto alla produzione globale della musica italiana oggi. E tutti questi, o quasi (escludiamo quelli già affermati ovviamente), si trovano di fronte a difficoltà immani, non solo ad essere accettati da un pubblico sempre meno disposto a sperimentare sonorità nuove o nuovi approcci artistici (o addirittura la prosecuzione di tradizioni musicali fondamentali nella storia della musica, come il blues, il canto tradizionale, ecc.), ma pure per trovare luoghi da suonare, per riuscire a strappare coi denti i soldi dell'autostrada, di un panino "offerto" dai gestori dei locali. La pubblicità pagata profumatamente sulle varie riviste sotto forma di recensione spontanea, i costi di un disco ben fatto e tanto, tanto altro. E' triste vedere gente brava, capace di tenere il palco, elogiati pure dalla critica, di fronte ad un pubblico di 20 persone o poco più.
Dovremmo soffermarci sul fatto che (per fortuna) al giorno d'oggi non esistono soltanto "bambini" che escono dai talent show. Ci sono gruppi più o meno conosciuti che continuano comunque ad avere una notorietà limitata (Ad eccezione del già citato Caparezza che però forse appartiene ad un altro genere musicale e pochi altri). Una parte della colpa va agli "artisti" che escono dai talent, i quali vengono subito idolatrati dai più poveri di cultura musicale. La rimanente parte della colpa però è forse dovuta ai cantautori (o ai gruppi musicali) delle generazioni passate, che dominano quasi completamente la scena musicale dell'immaginario collettivo italiano. Perché per chi ascolta Vasco Rossi, non c'è niente di meglio di Vasco, ne mai ci potrà essere. (Nome di esempio, tanto stavate parlando di quello). E non perché l'artista sia oggettivamente insuperabile, ma perché "Eh, sì. Questo gruppo è bellissimo, ma Vasco è Vasco". (Quando poi le canzoni di Vasco le ascoltavano vent'anni fa e adesso ascoltano tutt'altra musica). Giustificazioni stupide date da persone stupide che sono state convinte dai media e "da chi si intende di musica" che ci sono degli artisti che sono i migliori, e basta. Non c'è niente di meglio. Lo stesso discorso lo possiamo fare con Fabrizio De Andrè (Forse un po' poco rock per infilarlo nel discorso, ma ce lo butto comunque), a tratti con Rino Gaetano. Ma andando a parlare di musica internazionale possiamo prendere come esempio Bob Dylan, o i Beatles. Chi mai si sognerebbe di dire "i Beatles non mi piacciono" o "Sì, belli i Beatles ma preferisco [Nome di un gruppo più attuale]. Poi ti prendono a bastonate nella faccia. Il fatto che non si vedano artisti della fama di Vasco Rossi, se non quelli usciti dai talent, non è dovuto al fatto che non ci sono. La colpa è del legame che tutti devono avere con la generazione musicale precedente. "Perché è più bella", "Perché quella era vera musica", "Perché tutti fanno così". E chiudo.
Bah a me pare tutto alquanto irreale... I gruppi inediti non suonano più davanti a gente che non li conosce?.. beh purtroppo sempre piu spesso!!! ma perché ormai non ci sono più locali dove suonare (specie che non ti chiedano SOLDI PER FARTI SUONARE) e non c'è più il pubblico!! I veri problemi sono questi non che sonorità o influenze cerca Vasco che magari se sparare 4 chitarroni distorti e un po di doppia cassa e magari un 5/8 farebbe delle due un favore alla musica, visto che lo ascoltano persone che altrimenti (non solo per colpa loro ) certe sonorità non le sentono nemmeno per sbaglio.... continuiamo a litigare su queste scemenze e intanto la musica in Italia è x factor e tutte le porcherie simili
Peace love e rock n roll
Attento ai "clienti fissi" quando entri nel ..."baretto"..