Simpatico, solare, in cerca di amicizie: la bio di Tinder più generica possibile è il titolo del primo album di Giovanni Vipra, già membro dei Sxrrxwland, e ne rappresenta anche il frammentato spirito che lo anima. Sono sei parole che nascondono un mondo ben più complesso di quello che può sembrare e che non vediamo l'ora di vedere al MI MANCHI: dietro ci sono l’effimerità sociale, la goffaggine dei rapporti umani in un’epoca sempre più improntata all’isolamento, l’ironia con cui questo viene spesso raccontato nel linguaggio del web, un cuore spezzato, la voglia di scopare in contrasto con il sentirsi estranei col resto del mondo. Tutti elementi che emergono già nella title-track, una ballad hip hop macmilleriana da parte di chi recrimina alla propria ex la situazione di solitudine in cui si ritrova, e che vengono ancora più sviscerati col prosieguo del disco.
Per quello che hanno rappresentato i Sxrrxwland, era difficile immaginarsi un disco solista di Vipra: il trio era la spettrale incarnazione di quella frustrazione che continua a caratterizzare noi giovani, costantemente bistrattati in questo Paese, i capri espiatori di chi ci ha levato il futuro, costruendo grattacieli di carne e miseria sulle nostre spalle. Qualcosa che spiccava all’interno del grande calderone trap in cui sono stati superficialmente inseriti, visto che quello che è ostentato dai colleghi con collanone e denti d’oro perde di valore, si sgretola di fronte al fallimento del capitalismo. Un’erosione che prende forma a partire dagli arrangiamenti abrasivi e che andava oltre il cliché dei piattini e delle 808.
Ora, l’aspetto più macabro del trio lascia il posto a un pop più decodificato e familiare. L’urgenza di Vipra si traduce in qualcosa che è ancora più diretto e immediato rispetto al brutalismo glitchato che aveva messo in piedi con Gino Tremila e Osore. Forse perché l’esperienza Sxrrxwland è qualcosa da cui bisogna momentaneamente scostarsi, nella – vana? – speranza che possa rinascere, o forse perché c’era una necessità nel cercare un linguaggio più accessibile con cui comunicare quella sfiducia nei confronti di una realtà che ci ha messo in ginocchio.
Si potrebbe parlare di una conversione pop, anche se pure nel periodo Sxrrxwland era stata presente la necessità di arrivare a tanti, ma è evidente come in Simpatico, solare, in cerca di amicizie questo venga esasperato e diventi un modo di usare tante voci per esprimere la propria. Il vampiresco sguardo disilluso di Vipra qua si umanizza e i suoi racconti, prima dall’atmosfera horror, ampliano la narrazione che avevamo fino a questo momento, ne mostrano la versatilità mainstream e rappresentano 15 possibili singoli, oltre che un album. Brani che vivono di vita propria e che, allo stesso tempo, sono perfettamente coerenti come parti di un disco.
Con i feat di Margherita Vicario, Psicologi, cmqmartina e Fulminacci, mentre le produzioni sono firmate da Mr. Monkey, il vecchio socio Osore, Machweo, Frenetik & Orang3, Inude e Populous e ilromantico, Vipra riesce a muoversi con disinvoltura tra pop punk sporco, la nostalgia per un amore ormai finito – vero traino del disco –, barre dirette, atmosfere sognanti e mille altre sfaccettature, in cui è lui stesso ad adattarsi all’ospite di turno e a incastrarsi con il linguaggio che viene di volta in volta presentato. C’è spazio anche per strascichi di Sxrrxwland, ma quel morboso fascino crepuscolare che prima ci avvolgeva nelle tenebre ora è inondato dalla luce del giorno.
Il prezzo da pagare per questo è ben esplicitato in Posacenere: si tratta del farsi macinare dal tritacarne dell’industria musicale, in mezzo agli ingranaggi distorti di un mercato saturo. È un’immagine che si riflette anche nella copertina, in cui Vipra è rappresentato come una pignatta da spaccare, mentre noi consumatori lo guardiamo e brandiamo la nostra mazza, per avere in cambio quel consumo maniacale a cui siamo assuefatti e di cui quasi non ci rendiamo conto.
Simpatico, solare, in cerca di amicizie mostra le contraddizioni di un pop sardonico e apatico allo stesso tempo. È il frutto più sincero di una generazione che si trova senza un cazzo di niente in mano e che annaspa nell’oceano di piattume in cui è costretta a essere immersa. E se con i Sxrrxwland questo veniva esasperato in torbidi beat distopici, Vipra mostra i vari volti di un pop schizofrenico e riconoscibile, come a voler sottolineare che è una realtà che stiamo vivendo. E in cui non c’è rassegnazione, solo uno sconforto edulcorato da un ironico sorriso che ci mettiamo sulla faccia prima di farci vedere degli altri. D’altronde, siamo tutti simpatici, solari, in cerca di amicizie, mica stronzi, tristi e soffocati dalle pressioni sociali, no?
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L'articolo Vipra è un vampiro alla luce del sole di Vittorio Comand è apparso su Rockit.it il 2021-05-28 14:58:00
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