Il caso Sallusti lo conoscete tutti: il direttore de Il Giornale è stato condannato a 14 mesi di carcere per un articolo firmato sotto pseudonimo da Riccardo Farina (onorevole PDL e giornalista radiato dall'Ordine), in cui venivano mosse dure critiche a un magistrato, accusato di aver costretto una ragazzina ad abortire. Stampa e forze politiche di ogni colore sono concordi nel considerare eccessivo il carcere: per questo motivo, il parlamento è al lavoro per approvare una legge sulla diffamazione, che impedisca che Alessandro Sallusti vada in carcere.
All'interno di questo disegno di legge, sono rientrati alcuni temi di cui si parla da tempo e che più volte hanno allarmato siti e blog. Uno di questi è l'obbligo di cancellare una pubblicazione su semplice richiesta di un soggetto che si ritenga diffamato, pena il pagamento di un altissima cifra come risarcimento. La conseguenza è abbastanza ovvia: solo testate con alle spalle grossi gruppi editoriali potranno correre il rischio di mantenere online pezzi contestati.
Proprio contro questo aspetto si è schierata Wikipedia Italia, che ha inserito questo messaggio in testa a ogni pagina:
«Gentili lettori,
ancora una volta l'indipendenza di Wikipedia è sotto minaccia.
In queste ore il Senato italiano sta discutendo un disegno di legge in materia di diffamazione (DDL n. 3491) che, se approvato, potrebbe imporre a ogni sito web (ivi compresa Wikipedia) la rettifica o la cancellazione dei propri contenuti dietro semplice richiesta di chi li ritenesse lesivi della propria immagine o anche della propria privacy, e prevede la condanna penale e sanzioni pecuniarie fino a 100.000 euro in caso di mancata rimozione. Simili iniziative non sono nuove, ma stavolta la loro approvazione sembra imminente.
Wikipedia riconosce il diritto alla tutela della reputazione di ognuno e i volontari che vi contribuiscono gratuitamente già si adoperano quotidianamente per garantirla. L'approvazione di questa norma, tuttavia, obbligherebbe ad alterare i contenuti indipendentemente dalla loro veridicità. Un simile obbligo snaturerebbe i principi fondamentali di Wikipedia, costituirebbe una limitazione inaccettabile alla sua autonomia e una pesante minaccia all'attività dei suoi 15 milioni di volontari sparsi in tutto il mondo, che sarebbero indotti a smettere di occuparsi di determinati argomenti o personaggi, anche solo per "non avere problemi".
Wikipedia è la più grande opera collettiva della storia del genere umano: in 12 anni è entrata a far parte delle abitudini di milioni di utenti della Rete in cerca di un sapere neutrale, gratuito e soprattutto libero. L'edizione in lingua italiana ha quasi un milione di voci, che ricevono 16 milioni di visite ogni giorno, ma questa norma potrebbe oscurarle per sempre.
L'Enciclopedia è patrimonio di tutti. Non permetteremo che scompaia.»
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L'articolo Wikipedia protesta e lancia l'allarme: libertà di informazione in pericolo? di Marco Villa è apparso su Rockit.it il 2012-10-26 00:00:00
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