TESTO
Durante lo scontro, il Re Nero incontra Nice, a cui rivolge una dura accusa: l'uomo, perso nei calcoli, non sa più creare, ma è Fantasia è alla base di tutto, alimenta e viene alimentata. Fantasia è lo slancio vitale del mondo nero (altrimenti congelato), così come è il germe della vita stessa dell'uomo, diversamente ridotto a una macchina e poco altro. E non è tutto, perchè un'altra consapevolezza emerge, circa queste terre in perenne lotta...
N.B. (*Solo in questo capitolo, nella versione senza immagini, sono presenti note, per rendere comprensibili i riferimenti ai personaggi);
Sì innanzi a me or s’erge quei che venne (*Nice),
varcando delle mappe l’estrem bordo,
per cui Icaro versò tutte le penne;
poiché sé’l primo giunto a questo fiordo
in carne, membra ed ossa, io t’ammiro,
ma l’ira incede e mi fa cieco e sordo:
colui ch’è or desto (e fu con lo zaffiro) (*Il cavaliere bianco)
t’aggrava, chè suo fu il primo raggiro.
Rammento il canto tuo, tiepido vento,
che ancor non era un alito di guerra,
amor destar in tutto il firmamento,
ch’era ghiaccio, da ché, nel ciel che il serra,
vide il tuo seme sol rette e trilati
e non più il calco inter della mia terra;
fur quegli spirti ad uno ad un obliati
e in trista, mortal, sorte condannati.
Sì, per lor, qual scintilla che attecchisce,
e già, di fiamma viva, riarde e splende,
sull’esca che a donarsi tutta ambisce,
al par d’un Febo fosti, che s’accende,
Ed al più tetro Erebo che rischiara
color ridona e forme tutte rende;
ma il dolce sangue si fa fonte amara
se l’onta del tradir cuor forza e stara.
Or più non vedi il mare nella goccia,
l’armonia ch’è dal caos di un universo,
riverberar nella rosa che sboccia
e, com’ Aurora inonda un cielo terso,
espandersi e abbracciar tutta l’Essenza,
che fè ai Titan Olimpo così avverso;
nessuno scrigno cela tal potenza,
ma il cantar vita e amor ne fa presenza.
Colui che tu traesti dall’avello (*il cavaliere bianco)
è un del duo che il greco carro tira
e il guida verso l’alto o il basso ostello.
Ma pur se ad egual punto sempre ei mira,
tal quale afelio manca dal Sublime,
chè d’un sol guidator biga mal gira;
or vedi quanto è duro far di rime
se il meglio di Archimè non sposa Mime:
Così, s’eterno giovane sapevi,
allorquando la veglia vira al sonno,
del regno aprir le porte, che son grevi,
a color che conoscermi non ponno:
ben vedi che già tende il tuo sembiante
dappoichè amor piegasti ad altro donno;
quei (*il Re Bianco) che spins’ella a te, con ciglia affrante (*la donna bianca),
a farti ostil la stirpe di Pallante.
Uomo, Noi siamo i bracci di una libra (*Re Bianco e Re Nero),
sì, come a Giano opposte stan le fronti
e il muover l’una l’altra disquilibra,
sappi, se del Sublime vuoi le fonti,
che del Sublime è l’Atto la sorgente,
e non il fin, per cui sei qui e m’affronti.
Pur sia! Il tempo è giunto, finalmente:
Vendetta avrò! Di tutta la tua gente!
PLAYER
Premi play per ascoltare il brano La disfida del Re Nero di Nice World:
DESCRIZIONE
Video in uscita: luglio 2022
CREDITS
Testo, musica, arrangiamento: C. Alberto Colombini
Voci: C. Alberto Colombini
Registrato presso: Peak Studio (RE);
ALBUM E INFORMAZIONI
La canzone La disfida del Re Nero si trova nell'album Nice uscito nel 2021.
---
L'articolo Nice World - La disfida del Re Nero testo lyric di Nice World è apparso su Rockit.it il 2022-01-21 17:18:56
COMMENTI