Nicola Lotto è un cantautore padovano che da di- versi anni porta avanti un progetto poetico e musicale assai originale. Protagonista di spettacoli che uniscono canzoni e letture, talvolta di veri e propri reading, l’artista inizia a svelarsi fin dal titolo del suo primo EP: Si comincia così. La frase è tratta dal brano Una luce, in cui l’artista duetta con un sorprendente Edda, ma è anche una sorridente sottoli- neatura del fatto che questa è un’opera prima.
Opera prima assai convincente, che evade con suc- cesso da schemi cantautorali canonici e forse inadatti a de- scrivere la complessa realtà del tempo in cui viviamo. La narrazione che scaturisce dai brani è obliqua, più vicina al sentire che al raccontare, e proviene dall’osservazione di una realtà interiore frantumata e su diversi livelli spesso in- sondabili. Si notano influenze vagamente britanniche nella scelta delle melodie e delle sequenze di accordi, ma anche queste sfumano in un sound che sfugge a definizioni pre- cise, acustico ma talora venato da un’elettronica usata con intelligenza, mai invadente.
Una luce, brano d’apertura e primo singolo, scaturi- sce da una frase di pianoforte che stabilisce il mood del bra- no. L’intreccio delle voci di Nicola Lotto e di Edda sugge- risce un dialogo tra due diversi lati della stessa personalità. Un brano di grande solitudine che si interroga sul senso del- la vita e sulla nostra capacità di comprenderlo realmente.
Un cantante è uno dei brani migliori di tutto il lavoro, un rock anomalo senza strumenti elettrici e senza batteria. È la storia spiazzante di un cantante che conosce solo un modo per comunicarsi compiutamente: la propria musica. Una necessità per sopravvivere psicologicamente.
Nelle vene è essenzialmente una lettura ritmica assai introspettiva, che evoca immagini interiori care ai poètes maudits insistendo su una sequenza di accordi che non di- spiacerebbe a David Sylvian. Lancinanti lame sonore attra- versano i passaggi strumentali, sorretti da un ritmo decisa- mente tribale.
Incombe è un brano notturno e sofferto giocato su un arpeggio insistente e ripetitivo, arricchito dal violoncel- lo di Riccardo Bortolaso e dal violino di Sabrina Contiero. Bellissima l’apertura della seconda parte, in cui si disegna un orizzonte a cui tendere, un punto di fuga che lascia tra- pelare una malcelata nostalgia, per ricadere nell’arpeggio iniziale, che conduce nuovamente all’isolamento dell’inizio.
Con La felicità si torna alla lettura, una dimensione imprescindibile per l’artista, che narra in maniera disarman- te i meandri della propria memoria, nuovamente con gli ar- chi in primo piano. Il brano sfocia in canzone elettrica, non senza un tributo affettuoso a certi accenti di Giulio Casale, artista al quale Nicola Lotto è particolarmente legato. È un momento liberatorio, di sprone verso la conquista di una felicità che non può essere semplicemente tentata.
Il finale è una riproposizione del brano iniziale senza la voce. Una luce diventa così il punto di chiusura circolare dell’intero lavoro.
Un EP di cinque brani (o sei, a seconda di come vo- gliamo contare), essenziale e sincero, che non lascia nulla al caso e condensa in una manciata di canzoni una sensibilità non comune. La futura evoluzione della scrittura di Nicola Lotto andrà seguita con molta attenzione.
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Si comincia così
Nicola Lotto
Descrizione
Credits
La produzione artistica è di Andrea Liuzza (Are You Real?).
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