Dopo due dischi da solista ed uno come produttore, Orco ritorna sulla scena con un lavoro di gruppo assieme al rapper Mad G e a dj Vybzniko, pure loro residenti da anni ad Amsterdam.
“Moksha Music" è un album dall’impronta fortemente underground, caratterizzato da sonorità Hip Hop classiche, tematiche variegate e testi molto tecnici e complessi. Che si tratti di un progetto senza concessioni nei confronti delle sonorità e della pochezza di contenuti in voga al momento, è evidente fin dal primo pezzo, “Moksha Pop”, dove s’un beat di forte impatto -impreziosito dai cuts di Vybzniko nel ritornello- i due rapper sputano fuoco sul mercato discografico italiano e le sue dinamiche, ribadendo fedeltà al concetto di Hardcore e alla genuinità del proprio sound.
Passando per la seconda traccia “Fidati di niente”, già uscita come singolo, si arriva poi ad “Euterpe” featuring Rachid Martinez, un vero e proprio inno d’amore nei confronti della Musica -impersonificata dalla figura mitologica di Euterpe, la musa greca della musica e della poesia lirica.
Proseguendo con la track list troviamo “Fiori di plastica” featuring Mr Melt (pure uscita come singolo anticipatorio dell’album), un vero banger underground contro il mondo patinato della superficialità e delle apparenze e poi la traccia numero cinque, “Goodbye Distopya”, uno storytelling basato su un universo distopico fortemente ispirato dal romanzo “1984” di Orwell e che, come questo, rappresenta evidentemente una metafora critica della società attuale.
Il disco continua con due pezzi molto profondi e spirituali, “Nella selva dell’ignoto” e “Light On” featuring Blanco Benz: il primo è una cronaca del viaggio di risveglio all’interno di se stessi, molto ispirato alla "Divina Commedia”; il secondo invece una sorta di trattato sul concetto di luce in chiave spirituale, infarcito di riferimenti e citazioni Zen, Buddiste, Sufi eccetera.
Ognuno dei tre artisti ha pure un proprio pezzo da solista all’interno dell’album, dove affronta tematiche particolarmente personali, ed il primo che incontriamo è “La ballata de ’na mente malata”, la traccia da solista di Mad G; qui il talentuoso rapper esprime la propria natura di artista in senso ampio, anche come incarnazione di uno stile di vita decadentista, dipingendo immagini e trasmettendo sensazioni in grado di coinvolgere come se ce le trovassimo davanti agli occhi o sotto la pelle.
La traccia numero 9, “Il sangue dei poveri” featuring Ita dem, è un altro dei quattro pezzi usciti come singoli: una canzone sul tema della guerra nella quale la strofa di Orco è uno storytelling ispirato dalle tristemente famose, tragiche foto del conflitto fra Israele e Libano del 2006, che ritraggono bambine israeliane mentre scrivono messaggi sui missili destinati al paese nemico; il rapper immagina quindi di essere uno di quei bambini e di star scrivendo il proprio testo su uno di quei razzi.
Il disco di 12 tracce si avvicina alla conclusione con il pezzo da solista di Vybzniko, “3 Dimensions + Time”, un viaggio strumentale che usa un discorso spirituale di KRS One, scratchato ad arte dal dj su uno dei beat più cupi e di maggior impatto dell’album. La traccia numero 11 s’intitola invece “Steven Spielberg” (l’ultimo singolo estratto prima dell’uscita del disco) ed è il pezzo da solista di Orco, una vera gemma Hip Hop dal sound più classico: su un beat che ricorda molto lo stile di produzione di Apollo Brown, il rapper dipinge un omaggio all’illuminato regista e alla sua filosofia del “sognare per lavoro” e del seguire la sottile voce della propria anima, creando con rime e metrica un percorso spirituale che cita anche molti dei film più noti di Spielberg.
Dopo circa quarantacinque minuti di ascolto, l’album si chiude con “Joyce”, un esercizio di stile dove Mad G ed Orco si lasciano andare alla scrittura automatica tipica della tecnica letteraria nota come flusso di coscienza.
Le produzioni, interamente curate da Orco, non si distaccano mai dal sound Boom Bap a cui l’artista ci ha abituati coi suoi precedenti lavori; in ogni pezzo, la passione per l'Hip Hop americano più classico trasuda dai sample e dalle batterie, oltre che dagli scratch sapientemente composti dal talentuoso dj Vybzniko. I testi di entrambi i rapper sono sempre molto profondi, tecnicamente complessi ed affrontano tematiche che vanno dal filosofico alla critica sociale, dalla spiritualità al rap da battaglia.
In un periodo storico dove ciò che funziona in Italia è ben diverso, l’album “Moksha Music” rappresenterà sicuramente una ventata di freschezza per chi ancora ama il suono e l’essenza della vera cultura Hip Hop ed il rap senza compromessi, caratterizzato da contenuti, liricismo e capacità tecnica.
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