KM 183 è un album che con le sue dieci canzoni racconta le problematiche di una generazione intera, quella che più di tutte sta soffrendo il periodo di profonda crisi, economica e di valori, nel quale cerca di sopravvivere il Bel Paese. Un presente fatto di conformistica globalizzazione, culto dell’apparenza, rifiuto delle responsabilità: l’eredità di un passato fatto di vecchi imprenditori privi di etica, politicanti senza scrupoli e meritocrazia latente. Il tutto raccontato da un sound forte, veloce e sporco, come nella migliore tradizione punk rock.
Track by track
APOCALHIPSTER. Il doppio gioco sociale tipico del nuovo millennio: apparire anticonformisti e “alternativi” solo per sembrare interessanti, ma senza mai rinunciare ai piaceri di un ceto più alto. L’ipocrisia di chi trasuda umiltà ma che non ha bisogno di lavorare, di chi predica la pace solo perché più alla moda della guerra.
CAMDEN. La lettera di un trentenne italiano come tanti, che lascia il proprio Paese e la ragazza amata per cercare nuove possibilità all’estero, salvo poi scoprire che tutto è molto più difficile di quanto immaginato. Parole cariche di nostalgia per l’amore ormai lontano e risentimento per il proprio irriconoscente Paese natio.
CAPPELLO FIRMATO VINTAGE A RIGHE BLU. La vita di una modaiola di città, fatta di abiti firmati, giuste conoscenze, autocelebrazione. Il tutto raccontato con un sarcasmo che trasmette una forte malinconia generazionale.
LA SINDROME DEL GIOVANE HOLDEN. Lo stereotipo del secolo: un Peter Pan ribelle e insicuro, eternamente immaturo, perennemente in fuga dalle responsabilità di una vita adulta, ma in continua ricerca di comprensione e affetto. L’uomo moderno.
MENTRE ERI IN “VIAGGIO”. Racconto tragicomico di una società che lascia indietro i meritevoli, i quali finiscono per rinchiudersi nel loro mondo fatto di “libri e droga”, autocondannandosi all’esilio.
CASA, LAVORO E MINIVAN. I grandi progetti dei vent’anni, senza paura di niente e di nessuno e con la promessa di non conformarsi mai alle regole. Progetti puntualmente traditi e fagocitati da una società che esercita una forte spinta al conformismo.
PROPAGANDA. La propaganda disumanizzante che impera nel nostro sistema capitalista. La globalizzazione che divora l’umanità. Tutto è calpestato e maltrattato da un sistema che schiaccia e opprime.
L’ESTATE DEL ’96. Le ansie e i timori di un uomo comune, troppo cresciuto per vivere con la spensieratezza dei vent’anni, passati come gli anni ’90. Il rimpianto di quella leggerezza e la costante di un futuro incerto.
NON è COLPA DEL MALTEMPO. La morsa nella quale vive il giovane uomo moderno ai tempi della crisi: da un lato la vecchia generazione d’imprenditori e politici che gli ha consegnato un presente senza prospettive sicure, dall’altro i coetanei benestanti che lo accusano di poco impegno.
MOLLY. Molly è una puttana, la puttana degli uomini che contano, inerme e incapace di ribellarsi. Molly è tutti noi.
Antonio Romano per Recensione
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