“Chi apprezza un artista come persona, potrebbe anche apprezzare la sua musica, ma non viceversa. La scena underground italiana prettamente punkrock in cui sono cresciuto e sto crescendo mi insegna questo: sii onesto, vero e sincero con i tuoi amici e il tuo pubblico e avrai modo di riscattare quello per cui lavori e ti impegni. Non bisogna dare nulla per scontato e nulla mi è dovuto. Chiama ‘concerto’ e apprezza un pavimento con 10 persone che sono venute lì per te e divertiti.” Palm Down suona, scrive, pensa e vive in questo modo e crede che l’unico mental attitude con cui un artista emergente debba ragionare sia questo. Ha suonato in una band punkrock per 7 anni dove il D.I.Y. (do it yourself), dai dischi ai concerti, era all’ordine del giorno e, come chiunque, vorrebbe fare le cose in grande ma rimane sempre fedele all’idea che ogni pensiero partorito dalla mente dell’artista sia più autentico e funzionale di uno pilotato dall’esterno, dettato dalle leggi dell’epoca musicale in cui viviamo.
Francesco Zappia, un ragazzo romano classe 1995, decide di presentarsi al pubblico come Palm Down nell’Aprile del 2017, iniziando un percorso musicale diverso fino a quel momento, inspirato a songwriters americani e inglesi. Decide di chiamarsi “Palm Down“ facendo riferimento al palmo della mano, componente
anatomico essenziale per il tatto, nel bene e nel male. Palm Down suona un acoustic rock-folk-pop-punk, molti aggettivi che racchiudono le influenze che lo condizionano nella scrittura. Si inspira ad artisti e band come Frank Turner, Brian Fallon, Dave Hause, The Menzingers, Chris Cresswell (frontman dei The Flatliners), Mumford and Sons, Damien Rice e Conor Oberst, passando ore ed ore su Youtube guardando le performances live degli stessi, come fonte di studio.
Dopo un paio di concerti per prendere confidenza con la vita e il palco da solo-artist, entra in studio per registrare ‘Nosedive’, demo che pubblicherà a Settembre 2017. Nosedive comprende 3 canzoni: la title-track, Underrated e una cover elogio ai The Gaslight Anthem, ‘The ’59 Sound’, capitanata da Mr. Brian Fallon. Suona per 1 anno e mezzo nel Lazio e nel Nord Italia, ricevendo molti feedback positivi dalle varie scene locali, iniziando a far girare il nome e le sue canzoni. Propone live energici e intimi, coinvolgendo il pubblico raccontando storie che vivono nelle sue canzoni e suonando cover per divertire e divertirsi. Palm Down sente però il bisogno di far sentire al pubblico molte più canzoni, quindi inizia una sessione intensa di scrittura e composizione del debut album, collaborando con l’amico chitarrista Fabrizio Giffi, col quale ha condiviso precedentemente una band per 3 anni.
Entrano in studio e registrano “Unfamiliar Air in Familiar Places” in uscita il 12 Aprile 2019. Unfamiliar Air in Familiar Places contiene 10 canzoni che raccontano estratti di momenti di vita, legati tra loro da un sentimento di alienazione, fiducia e sfiducia nelle amicizie e nell’amore, in luoghi e in condizioni climatiche che esprimono al meglio il mood. Quello che dovrebbe essere “familiare” diventa “non familiare”, respirando un’aria che dovrebbe appartenergli ma che non gli appartiene più. All’interno del disco viene proposta una nuova versione di Nosedive e nelle canzoni sono presenti chitarre elettriche, tastiere, percussioni e archi, oltre alle ritmiche acustiche. Monologues è il primo singolo estratto e racconta dei dialoghi e gli interrogativi interiori che accompagnano dei “fragile feels to handle with care”.
---
L'articolo Biografia Francesco Zappia di Francesco Zappia è apparso su Rockit.it il 2019-04-03 22:12:41