Come tutti i migliori concept album, A Ride scaraventa l'ascoltatore al suo interno. Cioè dentro un trip su strada, una storia immaginaria che riguarda gli ultimi tre giorni di vita di un fuggiasco statunitense, un uomo travagliato il cui passato si ripresenta a perseguitarlo. In precedenza, l'uomo era stato incarcerato per un crimine di cui poteva essere o non essere colpevole, ma non scopriremo mai la sua vera identità, quale fosse il crimine in questione o dove stia andando. Viaggeremo però con lui attraverso una successione di canzoni intimiste, collocate in sequenza cronologica. Ci sono epifanie e sequenze oniriche, serate trascorse al bar da ubriachi persi, chiacchiere intraprese con Gesù e Lucifero. Mentre il narratore combatte con la sua metà oscura, siamo noi stessi a soppesare e rendere "carne" le sue vicende. Le cose, ad ogni modo, potrebbero non essere sempre come sembrano.
A seguire A Sudden Nowhere del 2021, A Ride è il quarto album da solista di Phill Reynolds, alter ego del musicista veneto Silva Martino Cantele, originario e orbitante nella provincia di Vicenza. Fulminato in tenera età dai Beach Boys, durante gli anni 90 appassionato soprattutto di punk californiano, Cantele si è fatto le ossa alla guida di vari gruppi post-hardcore e milita tuttora sia negli emo-punk Hearts Apart sia nei power pop Miss Chain & The Broken Heels. Nell'ultimo decennio il suo amore per la musica folk ha preso definitivamente il sopravvento, espresso a firma Phill Reynolds, uno pseudonimo da uomo comune, da uomo della strada per l'appunto, che rende in realtà omaggio ai songwriter folk di protesta Phil Ochs e Malvina Reynolds.
Le origini di A Ride risalgono addirittura al 2015. Nel corso di un tour negli Stati Uniti, Phill Reynolds ha osservato la mutazione dei paesaggi davanti ai suoi occhi, assorbendo al contempo i racconti delle persone incontrate tappa dopo tappa. Tutto questo è confluito nel nuovo album, il più ambizioso e compiuto a oggi, che ha registrato in analogico al TUP Studio di Brescia. Phill Reynolds ha suonato per conto proprio quasi tutti gli strumenti e si è occupato della produzione assieme al collaboratore di lunga data Bruno Barcella. I pochi contributi esterni sono comunque sia di assoluto rilievo: Stefano Pilia alla chitarra nel blues di Dive Bar Oblivion, IOSONOUNCANE a cori, sintetizzatore, basso e field recordings sulla fantasmatica World On Fire e la band C+C=Maxigross a dare supporto con basso, batteria e cori per la desertica galoppata rock di In The Dark.
In A Ride c'è cupezza, ma c'è anche la fiamma della speranza. "Ogni fine è un nuovo inizio", afferma Phill Reynolds, e non a caso la prima frase pronunciata nell'iniziale This Isn't Me è la medesima che chiude l'ultima ed estesa traccia in programma, It Rains. “Uno dei temi principali dell'album è che la vita può essere una sorta di trappola se non riconosci i tuoi demoni e cerchi di affrontarli”.
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L'articolo Biografia Phill Reynolds di Phill Reynolds è apparso su Rockit.it il 2022-05-16 15:38:10