Descrizione

“Terapia” è il nuovo concept album di Picciotto in uscita a Marzo 2019.
Un concept diverso rispetto a “StoryBorderline”, ultimo lavoro del rapper palermitano che lo ha distinto sui palchi di tutta Italia come abile storyteller.
Questa volta i personaggi cupi e il confine tra disagio e riscatto precedentemente narrato lascia spazio ad una maggiore versatilità musicale collegando vari stati d’animo emotivi dell’essere umano.
Un viaggio terapeutico che comincia con l’”Illusione” di Picciotto e di tutti quei suoi coetanei che hanno creduto, e ancora credono, in un mondo migliore. Un amarcord dal sapore amaro che ripercorre l’adolescenza spensierata e la mischia a una brusca presa di coscienza che implica responsabilità alle quali non si sfugge confrontandola con l’alienante realtà odierna . “Eri più bella quando ti cercavo ma non esistevi”, la tagliente sintesi della canzone prodotta da Gheesa su un beat trap dove Picciotto alterna cantati ed extrabeat di notevole spessore contenutistico.
Il mood dell’album cambia subito scorrendo la tracklist e attraversando il new soul di “Come Stai”, simpatica cartolina di chi non riesce a divertirsi e di quanto sia poco autentica la rituale domanda di ogni incontro; La traccia, prodotta da Naiupoche ha il suo “epilogo jump” grazie agli scratch di Dj Delta vincitore del Red Bull Contest nazionale 2017. La dipendenza da social e il vuoto politico viene invece ironicamente trattato in “Hashtag la Victoria” in una combo tutta sicula con gli Shakalab e Roy Paci;
L’amore per la propria “ombra a colori” si evince in “Capitale” cartolina sonora prodotta da Gheesa , dedicata a Palermo e già premiata come “inno di Palermo Capitale della Cultura 2018” e giusto per non essere campanilisti subito dopo su produzione a quattro mani di Bonnot & Naiupoche arriva l’arabeggiante “Come non ho fatto mai”, brano che invita all’accoglienza il cui videoclip è stato girato nel nord del Libano a Maggio scorso nei campi profughi palestinesi di Beddawi e Tripoli.
A proposito d’intercultura arriva “Oshadogan”, un elettro-reggae interamente suonato da GenteStranaPosse (Paolo Gurgone al basso, Marco N’Hash alle chitarre, Luca Rinaudo ai synth e Francesco Bonaccorso alla batteria) e impreziosito dai cori di Simona Boo che smonta il concetto di paura del diverso e prende il titolo dal primo giocatore di colore ad aver vestito la maglia della nazionale italiana di calcio.
A metà disco cambia decisamente il mood, è tempo di rabbia e amare riflessioni espresse in “Lividi” dove Picciotto, O’Zulù e Davide Shorty , su produzione di Bonnot, partono raccontando le ultime ore di Stefano Cucchi, l’ennesimo crimine di Stato, auspicando una storia da ripetere inversamente a ciò che sono le ultime tendenze razziste, ipocrite e impunite, facendo monito e allo stesso tempo “minacciando” il “potrebbe succedere ancora”.
Uno storytelling “d’amore partigiano” su violini,synth e armonica prodotti dal duo Naiupoche & N’Hash dove Picciotto, accompagnato nuovamente da Simona Boo, sfiora il cantautorato è “Ancora Vive”, brano che invita soprattutto le nuove generazioni a conservare la memoria sinonimo di ciò che resta oltre la vita terrena.
A proposito di amore e frustrazioni arriva “D’amore e d’accordi”, brano trap con un vero e proprio ritornello “pop” dedicato a tutti i musicisti che non ce l’hanno fatta ma continuano ad alimentare l’esigenza di fare musica per rinvigorire il sincero rapporto con ogni sfumatura di armonia provocata dall’insieme di note.
Così si arriva al “tormentone” dell’album nonché di tante generazioni : il “Cosa farò Da Grande” ironicamente cantato in una sorta di “rap neomelodico ”con la collaborazione di Enzo Savastano, popolarissimo personaggio autore di hit come “reggae neomelodico”, “una canzone indie” e “pomeriggi che sanno di Barbara” dedicata alla conduttrice Barbara D’Urso. Una bella prova anche per Picciotto che smonta il suo prendersi troppo sul serio.
Tuttavia l’album si conclude con il trend del “Sogno” e dell’ ”Incubo” che ritorna nelle ultime tracce. Una sfida tra i due stati, sugli stessi accordi prodotti da Gheesa ma arrangiati con mood opposti , arrivano a scontrarsi quando il sogno parla a chi ha smesso di credergli invitandolo a venirsi incontro e la realtà ti sveglia seducendoti con l’incubo reale dove la dolcezza del cantato di Picciotto viene smontata da tre strofe serrate di rap hardcore.
Il “Colloquio” tra le parti di se, il bianco e il nero, il bene e il male che ci portiamo dentro, arriva subito dopo prodotta da Dj Spike che mischia i suoni elettronici a quelli suonati da GSP convogliando il tutto in un testo cupo ma molto cantabile.
E si finisce ancora con Gheesa e con il metodo, la “Terapia Popolare” che Picciotto si auspica per ogni essere umano, un viaggio dentro se, che il nostro fa a attraverso il suo specchio di carta nutrendosi delle fotografie e degli stimoli che riceve in ogni angolo dei quartieri dove lavora. Dove il degrado estetico mostra l’abbandono ma spesso nasconde l’essenza positiva di ogni cosa che il rapper prova a far venire fuori invitando ogni umano al confronto e a mettersi continuamente in discussione e abbandonando anche musicalmente la sua zona di comfort.
“Terapia” infatti è un disco fatto di canzoni. Dove il rap si mischia ai cantati, il rock alla trap, la vecchia alla nuova scuola, in un nuovo equilibrio sorretto dalla continuità dei contenuti nei testi.
L’album è stato interamente registrato e mixato da Luca Rinaudo aka Naiupoche allo Zeit Studio di Palermo e masterizzato da Walter Bonanno aka Bonnot, che ha curato anche parte degli arrangiamenti, al “Bonnot Studio” di Viareggio.

Credits

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