Sosteneva Giorgio Gaber che ci siamo ormai definitivamente trasformati da soggetti in oggetti.
Da registi delle nostre vite siamo divenuti attori. Recitiamo una parte, ci immedesimiamo con stanislavskijana convinzione in personaggi che antropologicamente non ci appartengono.
E al pari di cast e troupe di “Fitzcarraldo” di Herzog, trasportiamo una nave di 320 tonnellate su e giù per le colline, sfiancati dal conformismo. Soffocati dal consumismo.
Il modello laico di vita occidentale contempla dogmi e liturgie, non diversamente da qualunque religione.
Il Breviario di Teologia Dadaista è il diario dell’uomo contemporaneo. Delle sue paure. Delle sue debolezze. Della sua autoindulgenza. Soprattutto, della sua autoassoluzione sbrigativa.
Dalla Genesi all’Apocalisse, un viaggio biblico di creazione e distruzione, in cui l’uomo rischia di trasformare la propria esistenza in un fordiano nastro di Mobius – è quello che accade dopo Il diluvio universale, allorquando tutto cambia, certo, ma per non cambiare affatto –, salvato in extremis dalla scelta spiritocentrica finale.
In Tolomeo, perché sei morto? l’essere umano abbandona la propria centralità intellettuale. La prima conseguenza è il detrimento delle proprie pretese culturali ed artistiche.
In Il giardino dell’Eden il parco pubblico, locus amoenus urbano della cattività naturale, è il salotto della cialtrona borghesia moraviana, nel quale un bastone, al pari del kubrickiano osso femorale lanciato in aria, attraverso l’innocente crudeltà felicemente raccontata da William Golding, diventa strumento di adulto autolesionismo.
Sacramento è la strumentalizzazione della religione, in un racconto nel quale il nume tutelare vuole essere Achille Campanile.
La ricetta contro il male è la banalità del male di Hannah Arendt, il sonnolento perbenismo complice.
I valori dell’uomo contemporaneo vengono decostruiti, alla Jacques Derrida, in La confusione.
Del diluvio si è detto, e in Una giornata sole, allorquando ha finalmente smesso di piovere, il rapporto con la natura sembra essere l’ancora di salvezza.
La società moderna, tuttavia, nel suo eterno ritorno Nietzschiano, riprende in Lazzaro ed Epulone i consueti paradigmi, incapace di una autoredenzione duratura.
L’Omino biscottino e il suo (inutile) sacrificio rappresentano, quindi, la parabola di un Cristo moderno. Ma si tratta di un nazareno consumistico, friabile come la coscienza contemporanea, e da qui l’epilogo del pezzo, il ribaltamento di prospettiva in chiave antispecista.
A tua immagine e somiglianza è la sintesi dell’intero album. Il passaggio dalla religione del soprannaturale a quella edonistica del corpo, attraverso un percorso millenario, il cui epilogo e naturale approdo è la ricerca di una nuova forma di spiritualità e di meditazione consapevole.
I tempi, pertanto, sono maturi per il Giudizio universale.
Per lasciarsi alle spalle il superfluo di Oggi non mi va, alla ricerca del vero Io.
Per tornare ad essere soggetti, e non più oggetti.
Breviario di Teologia Dadaista
Porfirio Rubirosa
Descrizione
Credits
PORFIRIO RUBIROSA AND HIS BAND sono:
Porfirio Rubirosa voce, chitarra acustica, chitarra classica, armonica a bocca
Drugo Arcureo basso acustico, basso elettrico, contrabbasso, tastiere, drum programming, fischio e cori
Pastafarian Andyman chitarra elettrica, tastiere, melodica, effetti e cori
IndiAnanas Jones percussioni, kalimba, rumoristica, e cori
Krugerpritz performing art
Hanno partecipato:
Annalisa Agostini primo sax tenore in Sacramento
Carlo Alberto Amati sax baritono in Sacramento
Matteo Ballarin charango in Sacramento
Virginio Bellingardo batteria in Tolomeo, perché sei morto?, Il giardino dell’Eden, La ricetta contro il male, Il diluvio universale e L’omino biscottino
Riccardo Caroni secondo sax tenore in Sacramento
Marco Convertino primo e secondo trombone in Sacramento
Michele Doimo trombone in Tolomeo, perché sei morto?
Simone Favaro tastiere in A tua immagine e somiglianza
Flavio Guerra sax contralto in Tolomeo, perché sei morto?
MAx LAzzarin pianoforte in La ricetta contro il male
Sergio Marchesini fisarmonica in Sacramento
Veronica Marchi chitarra elettrica, pianoforte, tastiere e cori in Giudizio universale
Alessandro “Baby” Numa sax tenore in Tolomeo, perché sei morto? e L’omino biscottino, sitar in A tua immagine e somiglianza
Diletta Pagotto Diletta in L’omino biscottino
Nicolò Perina terza tromba in Sacramento
Roberto “Sciubert” Pettenello tastiere in Tolomeo, perché sei morto?
Andrea Rigatti primo sax in Sacramento
Ludovico Rinco seconda e quarta tromba in Sacramento
Marco Spinetta ukulele in Una giornata di sole
Marta Stella violino in Il diluvio universale
Ezio Torassa secondo sax alto in Sacramento
Alessandro Valente batteria in Sacramento
Riccardo Vidotto prima tromba in Sacramento
Mattia Zago terzo trombone e trombone basso in Sacramento
Giovanni Zani voce di Dio in Il diluvio universale
Per Prabhupada Desh Iskcon Vicenza hanno suonato in Oggi non mi va: Guru Carana Dasa (Ferdinando Casoni) voce ed harmonium, Caterina Casasola voce e kartals
Breviario di Teologia Dadaista è un album prodotto da Porfirio Rubirosa and His Band.
Musica e testi di Giovanni Albanese, tranne la musica di Tolomeo, perché sei morto? di Mario Consiglio e Mario Panzeri, e il testo di A tua immagine e somiglianza di Giovanni Albanese ed Ermanno Menegazzo.
Arrangiamenti di Porfirio Rubirosa and His Band, tranne l’arrangiamento dei fiati su Tolomeo, perché sei morto? di Alessandro Numa, l’arrangiamento ed orchestrazione dei fiati su Sacramento di Drugo Arcureo e l’arrangiamento di Giudizio universale di Veronica Marchi.
Produzione artistica di Porfirio Rubirosa and His Band tranne Giudizio universale prodotto artisticamente da Veronica Marchi.
Produzione esecutiva di Porfirio Rubirosa e Soliti Sospetti (www.solitisospetti.com).
Registrato all’Antro Arcureo di Padova (Pd), e mixato allo Space of Love di Borso del Grappa (Vi) da Drugo Arcureo e IndiAnanas Jones, tranne Giudizio Universale registrato e mixato all’Osteria Futurista di Verona (Vr) da Veronica Marchi.
Supervisione al mixaggio e mastering a cura di Veronica Marchi presso l’Osteria Futurista di Verona (Vr)
Grafica a cura di Marco Kirk.
Foto di Alberto Benatelli.
COMMENTI