Un paio di orecchie distratte potrebbero subito definire tristi queste canzoni, e comunque ne sarei lieto, perché riuscire a provocare sentimenti non è mai facile. Ma comunque invito a fare un piccolo sforzo che possa far riconoscere in questi brani un certo distacco nei confronti delle cose di cui canto, una semplice volontà di osservazione della vita, senza giudizio, qualunque essa sia. In questo caso è una vita in apparenza misera, in un posto quasi dimenticato, in cui sembra succedere poco. Ma su 'una scacchiera, poche caselle, milioni di mosse'. E poi qualunque vita è una catalogo di storie. Come quella del protagonista di che cosa mi serve?, il filosofo stoico Diogene, che dalla sua misera casa, una botte, non si esalta per la vita e non si abbatte per la morte.
Prima di iniziare a scrivere queste canzoni avevo un percorso chiaro in mente, ma poi sono andato da tutta altra parte. Questo dimostra il fatto che gli artisti non possono decidere le direzioni da prendere, ma devono assecondare una spinta che viene da non si sa dove. Mi sono ritrovato tra le mani musiche fragili come case antiche, che il tempo continua a guastare, senza comunque poter cancellare le cose che hanno da dirci. Le parole, che raccontano di paesi abbandonati, di città lontane, di povertà, di anima e morte, di fughe e di rimpianti, sono le parole che descrivono solo una porzione di esistenza, quella che sto vivendo, in una porzione di mondo, quella che sto abitando.
il controesodo
proia
Descrizione
Credits
Tutte le canzoni sono state scritte, prodotte e registrate da Giacomo Proia
Mix di Matteo Parolini
Master di Gabriele Gramaglia (Cosmic Putrefaction, Vertebra Atlantis)
Chitarra elettrica in 'milano' di Gabriele Gramaglia
Cori in 'il controesodo' di Dajana Barbonetti e Silvia Franchi
Tromba in 'il controesodo' di Marco Felli
Foto di copertina di Giacomo Proia
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