Ci sono voluti due anni per la produzione di Wires, dalla stesura al master.
Ma ne sono occorsi circa dieci per lo sviluppo del linguaggio musicale che lo caratterizza.
Risulta così essere, in quanto primo album ufficiale, il manifesto dei Random Clockwork.
“ Facciamo musica libera, dura, che picchi forte sull’anima in modo da aprirla” - Jimi Hendrix.
Siamo sempre appartenuti a questa schiera, prima di tutto come ascoltatori. Di conseguenza la nostra musica preserva questi tratti, e la coscienza che cerchiamo di schiudere è in primis la nostra.
Attraverso le trasposizioni metaforiche dei testi, l’intero album è “ un tiro alla fune fra la Terra e le stelle ” come recita la title track Wires, e si snoda attraverso la biologia per parlare di paure (Amigdala), attitudini (Felina), memorie perdute (Memento) e viaggi nell’Io più profondo (Macula); mette in risalto facoltà fisiche che sono tanto scontate per noi quanto straordinarie di per sé (Faster Transmission); in altri episodi abbandona i confini terrestri ed abbraccia la cosmologia per narrare di attrazioni fisiche (Magneto) e di punti di non ritorno (Event Horizon), e sfocia nel misticismo guardando alla vita come un gioco cabalistico (The Hopscotch) e alla natura come una divinità meravigliosa e potente (Inanna), il tutto con un sound granitico di matrice electro-rock.
Wires
Random Clockwork
Descrizione
Credits
Danila Monfreda - vocals
Valerio D'Anna - synthesizers
Giovanni Macioce - guitar
Lu Sardellitti - bass
Andrea Paesano - sequencer
Produced by Valerio D'Anna at Domus Vega Studio.
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