"Gli Zoo di Venere si ispirano alla migliore tradizione italiana d'autore e alle più eccitanti tendenze internazionali del momento: una band a metà tra Battisti e Bjork, Tenco e techno, Gaber e Garbage".
Così si presentano i romani Zoo di Venere nelle brevi note stampa allegate e, forse, riescono realmente a stare a metà tra sonorità moderne e parole da cantautore. Tecnicamente il livello è buono e ci propongono tre brani e quattro remix. I suoni sono senz'altro moderni, quasi sempre technologici, con chitarre elettriche metal, loop e campionamenti, dove la voce di Luana Caraffa è talmente piena di pathos e sofferta da ricordarmi, a volte, personaggi tipo Loredana Bertè.
I temi narrati nei testi (ed è qui il legame con il cantautorato) raccontano dell'esigenza di emozioni forti (le "emozioni in overdose"), e di conseguenza anche di storie di vita difficili e di una vita vissuta ai margini del mondo "normale", aspetto già presente nei precedenti demos e che dà al gruppo un'immagine decadente... per non dire punk (nel senso di rifiuto, di sovversione... e di provocazione).
I quattro remix sono ad opera di artisti e dj sia italiani (tra cui i Denzoe) che stranieri (i newyorkesi Nyqwill) e sono tutti connotati da una discreta pesantezza: di volta in volta l'originale viene più o meno rimaneggiato e modificato. Le sonorità dei remix mi fanno pensare che gli Zoo di Venere tengano molto alla musica techno industriale...
Personalmente avrei preferito sonorità più leggere, meno cariche di suoni e meno dense, dando così magari più spazio alla voce e ai testi.
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La recensione Emozioni in overdose EP di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2000-12-19 00:00:00
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