Quando una manciata di canzoni inedite riescono a rievocare un periodo lontano della tua esistenza, con tutte le aspettative e le esperienze che vivevi in quel periodo, non si può essere riduttivi citando solo le influenze di questo o quel gruppo. Nei Captain Mantell c'è molto di più! Ci sono telefilm come "Capitan Power", cartoni come "He-Man", le acconciature assurde degli anni 80 e, soprattutto, quell'elettronica ultrasintetizzata, quasi un codice robotico da decifrare. "Into the Cookpit Ep" è un viaggio alla velocità della luce, schivando missili spaziali e pistole laser.
Il trio prosegue il discorso intrapreso con "Long Way Pursuit", facendosi più irriverente in "Uri Geller", pezzo dedicato all'omonimo illusionista (ciarlatano?) in voga tra gli anni 70 e 80, seducente e danzereccio in "Turn Your Head Around"; ancora, patinato e fluorescente in "B-Cool". I fantasmi dei cromatissimi Rockets e l'electropunk dei Sigue Sigue Sputnik vengono stravolti e stracciati, rivisti e attualizzati, prendendone solo il meglio. In quest'ottica la conclusiva versione live di "Freak" traccia la strada a ciò che il gruppo sembra capace di fare: sofisticatissimi brani in bilico tra l'electro e la new-wave, sfiorando il nu-rave, al fine di rendere l'esibizione dal vivo una vera e propria dancehall.
La qualità di registrazione rimane ancora una volta incapace di valorizzare pienamente la band, ma basta a incuriosire sull'imminente "Rest in Space", tra impenetrabili corazze ad energia e galassie da conquistare.
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