Non so dire con precisione che cos'è che renda questo disco di Tuma così sorprendentemente piacevole. Forse è il latte di samba e bossanova in cui è mollemente inzuppato, che fa sculettare a ritmo e inonda di rilassatezza frivola, con Jobim e Veloso che annuiscono da Bahìa con un sorriso così splendente che arriva fino a Lecce. Oppure, a pensarci bene, potrebbe essere tutto merito del velluto che scivola via piano dalle labbra di Matilde De Rubertis (ufficialmente la voce-più-bella nell'Italia del duemilaenove) che accarezza quella di Tuma in dei duetti paradisiaci, che pensi che se volessero potrebbero farti di tutto -anche rubare la tua collezione di dischi- purché te lo dicano così, con quella delicatezza da morirci dietro.
Se ci aggiungiamo poi i capricci jazz che rendono tutto più sensuale, o ancora i ritornelli soft-pop da canticchiare sovrappensiero e quella spruzzata di soul quanto basta, cominci a capire perché quelli della Elefant lo chiamano "l'uomo che trasformò i colori in note".
Con una maestria rara Tuma amalgama melodie solari ad arcobaleni lisergici, mastica zucchero filato e mele caramellate mentre dirige uno stuolo di strumenti eleganti in passaggi lievissimi, riuscendo tuttavia a metterci un non so che di esotico. E se non si capisce dalle metafore colorite, ve lo ripeto forte e chiaro: "My Vocalese Fun Fair" è uno dei dischi italiani più belli dell'anno.
---
La recensione My Vocalese Fun Fair di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2009-03-20 00:00:00
COMMENTI (1)
Ciao!!! Bravi, fate musica ricercata, magari vi manca ancora un po' di evoluzione nelle melodie non presente sempre....:)