"Let me tell you a story about a man and his guitar", con questa frase che introduce "Letter to Scotty Moore" si può riassumere l'intendimento di tutto questo live, registrato da Alex Snipers (aka Alessandro Cecchini) a Torino qualche mese fa. Un live scarno, solo voce (quella di Snipers) e chitarra (Daniele Parinetti) e molto riverbero. Dentro il blues che aveva già caratterizzato "Slackness", disco di un paio di anni fa. Fuori un pubblico sparuto ma coinvolto nell'aria da periferia americana fatta di pickup, bar dal tetto di lamiera sperduti nel deserto e partite di biliardo ammiccanti maliarde dalla birra facile. Tra le tracce ritroviamo alcuni brani del lavoro precendente, pezzi nuovi e una dedica ai Replacements, "Kids don't follow", che di punk non conserva neanche la benché minima traccia, ma che tira fuori sfumature alla Brian Molko, putroppo ricorrenti in tutto il resto del concerto. Caratterizzazione che rischia ogni volta di far scivolare l'intero live in una scimmiottatura, senza cadere mai rovinosamente. Provo ad immaginare la performance, un chitarrista e il suo cantante, anzi, meglio il contrario, considerando la paternità del progetto e mi chiedo quali potessero invece essere le movenze nel momento in cui i giochi di delay sulla voce fanno assomigliare tutto ad un live di un Syd Barrett lucido e calcolatore (cosa che ovviamente non era) che reinterpreta à la "Pow R. Toc H." una ballata italiana.
Tutta l'operazione mi lascia un po' interdetta, nonostante alcuni pezzi suonino ruvidi e sinceri, rimangono alcuni episodi di cui si poteva fare a meno.
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