Nella vita di un giornalista musicale ci si imbatte spesso in numerosi misteri, quesiti di difficile risoluzione. Uno dei più enigmatici riguarda il grunge, un genere nato e morto in brevissimo tempo, caduco nelle aspettative e nelle sue stesse connotazioni, oramai quasi anacronistico. Nonostante ciò, è inspiegabile il suo seguito indissolubile e presente nel sottobosco indie italiano, la sua ricorrenza come forma di espressione giovanile, la varietà – soprattutto numerica - dei prodotti connotati da questo stile.
"Valutando l' essenziale" è un album emblematico in tal senso. Figlio dei novanta italiani, sembra concepito come un vortice di poetica critica sociale. Il disco si arena in innumerevoli forzature, palesando l'impressione di una costante e frequente scarsità d'idee. Pur ambizioso nei suoi intenti – dieci tracce non sono poche – l'album è privo di una personalità precisa, galleggia nei suoi slogan, boccheggia in numerosi suoni distorti.
Un lavoro discografico prevedibile e standardizzato come le atmosfere che contesta, derivativo nei riferimenti, ricco di sterilità artistica. Dopo tre quarti d'ora permane un sospetto che ha il sapore della provocazione: il grunge è diventato il naif musicale del duemila? Mistero.
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La recensione Valutando l'essenziale di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-01-14 00:00:00
COMMENTI (6)
Che non eri un giornalista a tutti gli effetti si era capito, così come noi non ci definiamo musicisti ma "musicanti". Ti diciamo questo per riallacciarci al discorso dell'umiltà. Perchè dobbiamo dirti che il disco va male? Perchè vuoi sentirti dire questo, per consolarti meglio? Certo non lo possiamo dimostrare in base alle vendite, non abbiamo un'adeguata distribuzione o promozione. Ma nel nostro piccolo, in base a quello che abbiamo venduto solo on-line tramite myspace e in base alle opinioni della maggiorparte delle persone (e non solo quelle che ci seguono ma anche gente estranea al nostro progetto, musicisti piuttosto conosciuti) possiamo dirti che è andato bene. Non è per la recensione in se che ci siamo letteralmente mortificati ma per i toni che hai usato in modo veramente spropositato. Ci è sembrata una stroncatura esagerata, molto esagerata, senza eguali. Ma dato che non vuoi sentire ragione resta della tua idea che noi restiamo della nostra.
Altrettanti auguri!
(Messaggio editato da katrinasaviors il 06/02/2010 23:02:32)
(Messaggio editato da katrinasaviors il 06/02/2010 23:03:39)
Non amo entrare in polemiche, ma mi sa che stavolta una risposta è dovuta.
Non avete un etichetta che vi supporta? Bene, siete sulla stessa barca del 70% dei gruppi recensiti su Rockit. Stronchiamo tutti? Non mi pare. Quindi pare evidente che l' autoproduzione non è una discriminante, anzi spesso valorizza. Se non sapete questo elemento fondamentale di Rockit, mi sa che dovete essere voi a dare un'occhiata a qualche recensione nostra.
Sulle recensioni costruttive: l'esperienza mi ha insegnato che un disco o va bene o va benino o va male. Se va male è giusto ammetterlo ed essere sinceri. Si chiama onestà intelletuale, accettiamola, dai. E'una distinzione, una scrematura, che va fatta per il rispetto che si deve ai molti dischi notevoli che passano da queste parti, quasi sempre autoprodotti come il vostro.
Sul discorso di Moltheni: ha ragione, io non sono un giornalista musicale vero, non sono un professionista, sto acquisendo esperienza per aspirare a diventarlo, ma lo faccio con umiltà e voglia d'imparare, anche di fronte alle critiche più feroci. E' proprio la voglia di imparare, crescere e non apparire, che mi spinge ad intraprendere questa avventura con Rockit. Forse con l'umiltà che mi ha spinto a rispondere al vostro commento, la stessa che a voi forse scarseggia un attimino. Speriamo non per sempre. Auguri, davvero.
Le critiche le accettiamo se sono costruttive così come è avvenuto in molte altre occasioni e ti consiglio di andare a leggerle le altre recensioni. Ma arrivare al punto di sputare letteralmente sul lavoro di un gruppo emergente, che perdipiù non ha nessuno alle spalle, e dico NESSUNO, neanche un etichetta indipendente e che si è fatto tutto da solo dalla composizione alla registrazione, non lo trovo affatto giusto. Anzichè darci lo stimolo giusto per andare avanti fate di tutto per tagliarci le gambe. Ovviamente noi non siamo Vasco Brondi o i Ministri, è ovvio. Per questo diamo pienamente ragione ad un artista come Moltheni che in questi giorni ha dichiarato che "ormai i critici musicali, veri, di un certo spessore si contano sulle dita di una mano. Oggi si leggono recensioni uguali e pari a zero dal punto di vista dei contenuti e stilistico. I giornalisti - molti dei quali tendono più ad apparire che a scrivere - vanno a braccetto con gli artisti/compagni di merende e ne parlano sempre bene a prescindere. E quindi tutti a parlare bene di Vasco Rossi, Ligabue, Subsonica, Afterhours. Mai uno che dà un bel 5 a uno dei dischi degli artisti che ho citato. Poi se prendi uno ad uno questi giornalisti ti dicono 'hai ragione sai?' e poi al momento pratico non hanno il coraggio. Insomma regna l'ipocrisia ed è pure scadente".
Ah dimenticavo: la foto della copertina è molto bella!
Se non volete subire critiche non fatevi recensire il disco.
La canzone caricata qui,a mio avviso è tremenda,sia nel testo che nella musica.
Più che una recensione sembra psicologia spicciola. La prima veramente ridicola che abbiamo ricevuto! Complimenti a Giovanni!
p.s.le opinioni sono legittime dunque...
(Messaggio editato da katrinasaviors il 15/01/2010 14:14:32)